Ancora nessuna decisione. Prossima udienza fissata per il 18 dicembre. Prosegue nelle aule di tribunale la delicata contesa tra Comune di Como e Associazione Carducci, che vede al centro la sede di viale Cavallotti, da decenni utilizzata dall’Associazione e che ora l’amministrazione vuole destinare al Conservatorio.
Resta dunque sospeso lo sgombero degli spazi, inizialmente previsto per il 5 novembre. Giorno in cui il Comune avrebbe dovuto tornare in possesso dei locali dopo il primo tentativo di sfratto fallito. Per il momento, come detto, l’operazione è in pausa proprio perché proseguono le udienze con le parti coinvolte. Ieri in Tribunale a Como il giudice ha ascoltato alcuni testimoni e nella prossima udienza del 18 dicembre ne ascolterà altri. Maria Cristina Forgione, avvocato e presidente del Carducci ha presentato nelle scorse settimane un provvedimento sulla cosiddetta “possessoria”. La speranza dell’associazione e dei suoi sostenitori è che questa sospensiva possa essere presa come una possibilità per provare a trovare una mediazione tra le parti.
Il sindaco Alessandro Rapinese non sembra però voler fare passi indietro. “Confido ciecamente nella nostra Repubblica e nella sua giustizia – ha dichiarato dopo l’udienza di ieri – Anche se ci vorranno giorni, mesi, anni, chi sta andando in Tribunale solo per ritardare il momento dello sfratto deve sapere che quel palazzo verrà restituito per intero al suo proprietario, ossia la cittadinanza comasca. Spero solo che i tempi della giustizia – ha concluso Rapinese – non uccidano il sogno di Comune e Conservatorio di dare nuovi spazi a futuri artisti”.
La questione che riguarda l’edificio di via Cavallotti a Como è complessa e da mesi prosegue il botta e risposta non solo tra le parti coinvolte ma anche nel mondo della cultura e della politica cittadina.