(ANSA) – VENEZIA, 21 NOV – "Il libro che ho scritto non è un trattato giuridico, ma un prodotto molto discorsivo che parla dell’autonomia differenziata, da dove nasce l’idea e dove vuole arrivare. La cosa che mi fa partire l’embolo è sentir definire l’autonomia differenziata una ‘secessione per ricchi’ da parte dei rappresentanti che devono votarla. Potrei capire i cittadini che possono essere mal informati, ma permettere a un presidente di regione di coordinare le forze in campo in casi di catastrofi naturali non mi sembra un processo di secessione per ricchi, tutt’altro. Io penso sia una grande opportunità, che però se non faremo per scelta dovremo fare per necessità: si parla di una riorganizzazione del territorio che è imperativa". Esordisce cosi Luca Zaia, presidente del Veneto, ai microfoni di Radio Cusano nel corso della trasmissione ‘5 Notizie’ condotta da Gianluca Fabi in merito al tema dell’autonomia differenziata. Zaia approfondisce "penso sia doveroso ricordare che processi di autonomia parziale sono stati più volte già attuati in passato. Nel 90′ fu introdotto il concetto di autocertificazione per ovviare al fatto che per ogni cosa si dovesse andare in un ufficio pubblico, e in ultimo poco fa il Ministero dell’Interno ha pensato di dare i gestione i passaporti alle Poste invece che alle questure. Si tratta di elementi di decentramento che sono già presenti, e che migliorano la vita dei cittadini. Noi stiamo solo pensando di renderli organici con l’autonomia differenziata, e difatti mi fa arrabbiare-commenta- quando si parla di una sanità che morirà per alcune regioni o dei Lep che non verranno rispettati se dati in mano agli organi regionali". Per Zaia "dobbiamo far sapere che la sanità è già in mano alle regioni, si tratta solo di fare rifiniture. Quando c’è stato il Covid-spiega Zaia- gli interlocutori erano le Regioni non altri". Il presidente risponde poi alla domanda sulle possibili differenze di prestazioni che si verrebbero a creare tra le varie regioni se fosse approvata l’autonomia "sia al Sud che al Nord l’autonomia, anche sanitaria, è già presente. Il tema è che l’autonomia come diceva Einaudi deve esserci per tutti, ma non dev’essere per tutti uguale, si chiama differenziata per quello. Dove si è in grado di lavorare da soli ci sarà bisogno di meno Stato e ci saranno posti dove ci sarà più bisogno di aiuto da parte dello Stato. Penso inoltre che paragonare le diverse sanità è immorale, ma è altrettanto immorale dire che i soldi sono stati dati al Nord, perché è una balla. In Veneto sono stati chiusi di recente 50 ospedali. Il problema- conclude- è che la sanità che va avanti è quella che si è evoluta, quella che non ce la fa non è al passo coi tempi". E sulla sentenza della Corte costituzionale in merito al tema dell’autonomia differenziata, Zaia dichiara "a mio avviso il nostro Paese ha dato il peggio di sé, non per la sentenza della Corte ma per i commenti che sono seguiti alla sentenza. La Corte è stata chiamata a pronunciarsi per l’incostituzionalità o meno della legge Calderoli su ricorso di 4 regioni, e ha dichiarato che la legge è costituzionale bocciando il ricorso. Però ha dato delle indicazioni: per esempio rispetto all’autonomia ha detto che il Parlamento può emendare le intese tra Stato e Regione e non deve dare solo esito negativo o positivo. Per quanto concerne i Lep, la Corte dice che non vanno gestiti a livello governativo ma amministrati dal Parlamento". Infine, sulla sua possibile candidatura alle prossime regionali "sinceramente non commento neanche più, voglio dedicare il mio tempo ai Veneti, e ai miei cittadini. Io ho sempre sostenuto che il limite di mandato è un’idiozia, perché se pensi che ci sia un problema di concentrazione di potere dai degli idioti ai cittadini che eleggono chi pensano sia più meritevole. Pensiamo all’Umbria, la passata amministrazione ha lavorato e non è stata riconfermata, ogni giorno ci sono Presidenti e Sindaci che hanno lavorato bene che vanno a casa, la decisione è dei cittadini" conclude Zaia (ANSA).