(ANSA) – MILANO, 20 NOV – I dati patrimoniali privati – dalla dichiarazione dei redditi, agli estratti conto bancari degli ultimi tre anni – di una persona possono finire all’interno di un procedimento civile di divorzio, per stabilire quanto spetti pagare per l’assegno di mantenimento della prole, anche se la persona è un terzo estraneo al contenzioso fra i coniugi? E’ quanto è capitato a un giornalista televisivo fidanzato della donna che stava divorziando dal marito ma con cui non ha alcun legame giuridico, si è visto sottoposto a un’indagine patrimoniale senza averne saputo nulla. I suoi dati – su disposizione del Tribunale di Como – sono stati comunicati alle parti in causa. Il caso tecnico giuridico – che ha avuto rilievo mediatico nazionale nei giorni scorsi – è in sostanza sul diritto alla riservatezza tanto che Fedocci ha presentato un reclamo al Garante della Privacy non avendo alcun titolo giuridico di contrastare l’ordine del giudice. Ora il deputato di Forza Italia, Enrico Costa, ex ministro, ha presentato una interrogazione urgente al guardasigilli Carlo Nordio. "Numerose fonti di stampa (Sole 24 Ore, Il Giorno, La Verità, Milano Finanza) riportano la vicenda di E.F. che in ragione del legame sentimentale con una persona interessata da una causa di divorzio, è stato destinatario di una analisi molto penetrante dei suoi rapporti patrimoniali e finanziari – scrive, tra l’altro, il parlamentare -. Tutta la documentazione si trova agli atti del giudizio nella disponibilità di una pluralità di soggetti, senza che l’interessato sia mai stato messo a conoscenza degli accertamenti sul suo conto". Enrico Costa chiede se "il Ministro non ritenga che accertamenti particolarmente pervasivi dei diritti di terzi…riguardanti dati sensibili di soggetti estranei al procedimento, debbano essere preceduti da una forma di comunicazione o notificazione che consenta la conoscenza dell’atto istruttorio, e se non ritenga, ove ravvisi una lacuna nella disciplina, di intervenire con iniziativa normativa". (ANSA).