Frontalieri in calo in Canton Ticino, in controtendenza rispetto al resto del Paese. I dati – relativi al terzo trimestre 2024 – diffusi dall’Ufficio Federale di Statistica mostrano come sia stata superata quota 79mila ma i numeri sono in diminuzione (-1,3%) se confrontati con lo stesso periodo del 2023 mentre la situazione è sostanzialmente stabile (-0,6%) se si guarda al trimestre precedente di quest’anno.
Alla fine di settembre i lavoratori con un permesso G – in larga parte comaschi – che ogni giorno si recano nel cantone di lingua italiana sono 79.303. Complessivamente gli italiani che lavorano in Svizzera ora sono 92.792, praticamente invariato il dato sia rapportato ai mesi di aprile, maggio e giugno sia rispetto all’anno precedente.
Oltre all’Italia, i principali paesi di provenienza dei frontalieri in Svizzera sono la Francia, la Germania e l’Austria. In totale, in tutta la Confederazione sono saliti a 403.243 i lavoratori stranieri che varcano il confine ogni giorno. Lo 0,7% in più rispetto al trimestre precedente e il 2,4% in più in un anno. In prevalenza i frontalieri sono uomini.
La maggior parte dei frontalieri lavora nel settore terziario, quindi nel commercio e nei servizi. Segue il settore dell’industria e delle costruzioni. Soltanto una minima parte – pur segnando un aumento del 6,7% in 12 mesi – è impiegata nell’agricoltura e nell’allevamento.