(ANSA) – ROMA, 06 NOV – "Giuseppe Moscati faceva il medico ma anche il ricercatore, studiava, scriveva articoli scientifici era un medico impegnato nell’insegnamento, era un po’ come uno di noi perché ognuno di noi quando ha cominciato aveva un po’ questo sogno, poi Giuseppe moscati scopre che il valore vero di questa professione, la parte più nobile era il rapporto con la gente, non solo avere le competenze". Lo ha detto il presidente dei Medici, Filippo Anelli, intervenendo alla pontificia università Gregoriana, al convegno "Giuseppe Moscati: un santo, un medico, un amico. Patrono del sistema di emergenza territoriale 118". "Anche io – ha proseguito Anelli – ritengo che non sia oggi una cosa desueta avere un patrono cioè colui che è per noi un esempio concreto perché la santità non è la sublimazione della perfezione, bensì è la volontà di essere a disposizione degli altri ed è questo a dare la speranza di avere un mondo migliore dove la sofferenza può essere curata, dove ognuno ha diritto alla cura, alla vicinanza anche l’incurabile, anche chi è lontano dalle nostre idee, dalla nostra visione del mondo, dalla nostra visione della vita qualunque essa sia". Al convegno è intervenuto anche il presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, il quale parlando del Servizio Sanitario Nazionale ha sottolineato: "Difendiamolo, amiamolo, rafforziamolo, che sia sempre al centro, che sia un eccellenza ovviamente come deve essere anche con tutta la collaborazione con il privato ma è il sistema sanitario pubblico quello che difende la possibilità di una sanità per tutti e se la percentuale o l’eccellenza si sposta è molto pericoloso per tutti". Sono intervenuti anche il presidente della Società 118, Mario Balzanelli, e per un saluto introduttivo padre Pino Di Luccio, presidente del Collegium Maximum della Gregoriana. (ANSA).