(ANSA) – TRIESTE, 05 NOV – "Quando sento parlare di scontro politica- giustizia sui migranti mi assale un moto di indignazione: la giustizia non attizza e non partecipa allo scontro con nessuno ma applica le norme, che in questo caso non solo solo italiane ma europee. Il vero scontro tutt’al più è Italia contro Europa". Lo ha detto all’ANSA l’ex procuratore di Trieste (e prima di Udine) Antonio De Nicolo, riferendosi al caso Albania. "Le direttive europee ci vincolano e i magistrati devono essere molto attenti ad applicarle: con il governo Renzi è passata una norma che ha stabilito un caso di responsabilità civile del magistrato nei confronti degli utenti verso i quali non applica correttamente le norme europee come interpretate dalla Corte di giustizia – prosegue – Se c’è un settore dove il magistrato ha il dovere di essere attentissimo a interpretare correttamente le fonti europee per evitare ricadute personali sul proprio patrimonio, è questo. C’è responsabilità civile: lo Stato paga per primo, poi si rivale". Per De Nicolo "il problema degli immigrati è sotto gli occhi di tutti. Da cittadino mi preoccupa molto l’idea che l’Italia possa diventare una sorta di hub per tutte le etnie da dovunque provengano. Mi preoccupa tantissimo". La soluzione? "Bisogna lavorare da politici in Europa. La risposta deve essere europea. Le norme europee sono già cogenti". Fa un esempio: "Si pensa forse che i magistrati siano tutti propensi a un’accoglienza indiscriminata e non siano turbati nel vedere le città invase da stuoli di gente di tutte le etnie possibili senza alcun controllo?" Se "la legge non va bene, la si cambi, ma con gli strumenti della legislazione europea". De Nicolo segue due progetti in Ue sul traffico di esseri umani: la "migrazione illegale è ‘il’ problema avvertito in tutta Europa". E’ preoccupato per la rotta balcanica: "Se ne parla troppo poco, ma il problema è gigantesco e coinvolge Italia ed Europa. Bisogna agire in modo coordinato. Non c’è scorciatoia, questa è la strada: lunga, accidentata. L’Europa deve farsi carico di tale problema, ma l’Italia deve essere più presente in Europa". (ANSA).