(ANSA) – ROMA, 05 NOV – Per 2 italiani su 3 la violenza domestica influisce sulla sfera lavorativa, mentre per 6 italiani su 10 le aziende devono avere un ruolo più incisivo nel contrasto alla violenza domestica. Emerge dai dati dell’ultimo ‘OsservatorioD’ realizzato da Swg per Valore D, "la prima associazione di imprese in Italia impegnata nel promuovere la diversità, il talento e la leadership femminile nelle organizzazioni" che oggi presenta alla Casa Internazionale delle Donne a Roma, il progetto "Dal Silenzio all’Azione" proprio per supportare le aziende nell’adozione di una policy contro la violenza di genere. Un documento che mira a fornire alle aziende strumenti concreti per agire e fare rete contro un fenomeno che persiste nella società e nel mondo del lavoro, nato dalla collaborazione tra Valore D e Una Nessuna Centomila, fondazione italiana dedicata alla prevenzione e al contrasto della violenza sulle donne. Il progetto ambisce anche a migliorare la consapevolezza dei dipendenti riguardo al fenomeno e a offrire percorsi di sensibilizzazione. Dal supporto psicologico ai programmi di sicurezza e gestione delle emergenze, ogni azienda può contribuire a creare ambienti di lavoro più sicuri e rispettosi. Secondo la ricerca Swg, solo il 37% degli intervistati ritiene che le istituzioni affrontino adeguatamente il problema. Oltre 7 italiani su 10 identificano violenza fisica e abusi sessuali come forme di violenza domestica, ma il 34% non riconosce le costrizioni a un rapporto sessuale come forma di violenza. Due italiani su tre concordano sul fatto che la violenza domestica influisca sulla sfera professionale, con il 34% che vede un potenziale aggravamento del problema legato a condizioni lavorative, come orari o lavoro da remoto. Infine, il 62% degli intervistati sostiene che le aziende dovrebbero avere un ruolo più incisivo nel contrasto e le donne in particolare richiedono che i datori di lavoro offrano supporto legale (46%) e assistenza psicologica (37%) alle vittime. La policy "Dal silenzio all’azione" si articola in 4 fasi principali: Informare: diffondere la conoscenza del fenomeno e sensibilizzare sul tema della violenza di genere; Svelare: riconoscere e identificare segni e manifestazioni di violenza domestica per poter dare supporto a chi ne è vittima; Sostenere: fornire strumenti e risorse che aiutino le vittime ad affrontare il problema e riprendersi il proprio spazio lavorativo e sociale; Amplificare: creare una rete di supporto interaziendale che coinvolga i Centri Antiviolenza, istituzioni e associazioni "E’ tempo di unire le forze per combattere il fenomeno vergognoso della violenza di genere. Da sempre crediamo che le aziende possano giocare un ruolo chiave per cambiare cultura, comportamenti, società. Se le aziende si impegnano attivamente possono esprimere una grande forza generativa e trasformativa, per una cultura di libertà e rispetto – commenta Barbara Falcomer, Direttrice Generale di Valore D – .Passare dal silenzio all’azione significa proprio questo: fare rete contro la violenza di genere e concretizzare il senso di responsabilità nei confronti delle proprie risorse, un passo decisivo per supportare le vittime a riappropriarsi delle proprie vite". "Attraverso ‘Dal Silenzio all’Azione’ – afferma il vicepresidente di Una Nessuna Centomila Lella Palladino- vogliamo contribuire a trasformare la sensibilità diffusa e l’indignazione in impegno concreto: crediamo che ogni azienda abbia il potere di fare la differenza, sostenendo chi si trova a vivere situazioni di violenza ed inviando le donne ai centri antiviolenza. Insieme, possiamo costruire una rete di consapevolezza e prevenzione". (ANSA).