(ANSA) – ROMA, 30 OTT – "Io non ho mai istigato nessuno a denunciare, né i medici né altri. Del resto, da libertaria, non ho mai denunciato nessuno, mi sono semmai autodenunciata, perché penso che se una legge non piace, si fa una battaglia per cambiarla, o si fa disobbedienza civile assumendosene le conseguenze: non si cerca di eluderla. Interpellata al volo a margine di un evento, ho detto semplicemente un’ovvietà: che i pubblici ufficiali, e i medici come è noto possono essere fra questi, segnalano eventuali violazioni delle leggi". Lo ha detto la ministra alla Famiglia, alla Natalità e alle Pari Opportunità Eugenia Roccella, rispondendo al question time alla Camera, in relazione alla legge Varchi con cui è stato istituito il reato universale per la maternità surrogata. "In pochi secondi – ha aggiunto la ministra – non ho avuto modo di esplicitare un’altra ovvietà, che però in altre occasioni ho spiegato. E cioè che a ogni professione corrispondono regole specifiche, e a maggior ragione questo vale per un medico, per la particolarità e la delicatezza del rapporto di cura. Non a caso, per i medici, il codice penale prescrive sia la segnalazione della notizia di reato sia un’eccezione nel caso in cui il paziente possa avere conseguenze penali. E’ un dilemma che i medici affrontano da sempre. A nessuno però verrebbe in mente di parlare di ‘delazione’ quando i medici esercitano questa responsabilità di fronte, per esempio, a sospetti casi di violenza, di abuso su minori, di incidenti sul lavoro, o ancora di obbligo vaccinale, o di traffico di organi". Secondo Roccella, "la verità" è che "l’utero in affitto da alcuni non è percepito come reato, e neanche come un disvalore" ed ha aggiunto: "la nostra legge è stata salutata con entusiasmo, per esempio, dalle reti internazionali del femminismo abolizionista, che ritengono, come la Cassazione e la Consulta, che la maternità surrogata sia un orrore, e che la nostra legge sia un atto di grande civiltà". (ANSA).