(ANSA) – ROMA, 27 OTT – Si va verso un rinvio a gennaio dell’esame della proposta di legge unitaria delle opposizioni sulla settimana corta. Domani si avvierà la discussione generale in Aula alla Camera dove il testo è approdato senza relatore non essendo stato completato l’esame in commissione dove non è stato votato l’emendamento soppressivo della maggioranza. Al termine della discussione generale si passerà, però, all’esame in altra seduta ma a Montecitorio nel frattempo l’esame della legge di bilancio impedirà, con tutta probabilità, di proseguire sulla settimana corta prima del prossimo anno. Le opposizioni vanno però all’attacco sfidando la maggioranza a non sottrarsi al confronto. "La destra – sottolinea il capogruppo Dem in commissione Lavoro Arturo Scotto – dovrà confrontarsi nel merito con la nostra proposta nelle Aule parlamentari. Auspichiamo che lo faccia con spirito costruttivo: la sfida della settimana corta in ogni angolo d’Europa è all’ordine del giorno dei governi, anche di diverso colore politico. Aspettiamo anche dal governo italiano, che domani sarà in Aula, qualche parola in più. Perché finora ha taciuto e si è limitato a dire che sulla riduzione dell’orario di lavoro non intende intervenire. Noi porteremo le nostre ragioni nel dibattito pubblico. E siamo convinti che alla fine non potranno fare finta di nulla". "Domani – sottolineano i deputati del M5S in commissione Lavoro Valentina Barzotti, Davide Aiello, Dario Carotenuto e Riccardo Tucci – il testo sbarcherà in Aula e la maggioranza dovrà necessariamente confrontarsi nel merito della pdl. Già 18 Paesi nel mondo hanno avviato la sperimentazione della ‘settimana corta’ e in Italia l’80% dei lavoratori è a favore di tale misura. La pdl valorizza la contrattazione collettiva nazionale, territoriale e aziendale, quindi nessuno, tantomeno la ministra Calderone, possono accusarci di alcunché. Siamo determinati a portare a casa il risultato". "La destra – sottolinea il capogruppo di Avs in commissione Franco Mari – ha già provato a ‘uccidere’ la legge in commissione: ora saremo in Aula di fronte al Paese, vedremo se la maggioranza avrà la capacità di un confronto libero nel quale ciascuno si assume le sue responsabilità o preferirà scappare". (ANSA).