“Il calcio non è giusto. Questo Como meritava la vittoria? Abbiamo perso per un errore una gara che poteva terminare con una nostra vittoria”. Sono queste le riflessioni di mister Cesc Fabregas, allenatore degli azzurri, dopo la sconfitta di Torino. Ma le prime parole del tecnico sono di vicinanza a Matthias Braunöder, che con un retropassaggio errato ha regalato agli avversari la palla per il gol che ha deciso il match. “Da noi tutti deve arrivare la risposta più importante. Per me per primo e per tutta la squadra questo è il momento di dimostrare che siamo una famiglia. E a tutti voglio ricordare che Matthias Braunöder è un ragazzo d’oro che ha dato tantissimo a noi l’anno scorso per la promozione in serie A. E’ subentrato a Sergi Roberto e non stava giocando male. Ma dobbiamo crescere tutti assieme: è questo il grande messaggio che dobbiamo imparare”.
“Oggi abbiamo visto che il calcio non è giusto – ha aggiunto Fabregas – Meritvamo di più, come è già capitato in questa stagione in tutte le partite, anche in quelle che abbiamo vinto, e ad esclusione di quella con la Juventus. La strada è quella giusta e la squadra sta lavorando bene. Ma sono arrabbiato: questa era una partita da vincere. Ora la cosa più importante è mostrare personalità; non è semplice arrivare come una neopromossa e giocare come siamo giocando. Vedo tante cose positive: mi spiace per i giocatori e non posso per ringraziarli per quello che fanno per il Como e la gente di Como. Non possiamo abbassare la testa”.
Poi qualche dichiarazioni sui singoli: “Sergi Roberto? In tutta sincerità non conosco l’entità dell’infortunio. Vedremo. Nico Paz? Non ha fatto un grande primo tempo. Nel secondo gli abbiamo cambiato la posizione cercando di adattarla alle sue qualità. Penso abbia fatto bene. Lui deve continuare a crescere, è ancora molto giovane. Ci vuole calma, ha appena compiuto 20 anni e ci sono tutte le condizioni per una grande carriera. Ma penso sia giusto non fare paragoni come vedo spesso. Serve un po’ di pazienza”.
Torna ancora una volta la tematica di un Como non troppo concreto, un limite mostrato dalla squadra in questa stagione. “Non è il nostro unico difetto. Ne posso trovare 20mila, a noi, come al Manchester City o a Liverpool, che sono le squadre più forti del mondo. E’ ovvio, per vincere si deve fare gol. Noi non lo abbiamo fatto ed è una cosa che nel calcio ti cambia la vita. Sicuramente dobbiamo rianalizzare tutto per continuare a crescere, a partire dal prossimo impegno contro la Lazio”.