(ANSA) – VENEZIA, 26 OTT – Per Filippo Turetta "prevedo una commisurazione della pena della giusta severità". Così il prof Giovanni Caruso, difensore di Filippo Turetta, commenta con l’ANSA il processo che vede il giovane imputato per l’omicidio di Giulia Cecchettin. Anche se, spiega Caruso, "che i processi per reati come i femminicidi vengano definiti con l’ergastolo è abbastanza frequente. E’ una possibilità". Dopo il lungo interrogatorio di ieri in Corte d’Assise a Venezia, il legale non ha più sentito Turetta – "sicuramente era scosso" – Essendo stato esaurito con l’udienza di ieri l’esame dell’imputato – la seduta del 28 è stata infatti annullata – è possibile che Turetta non si ripresenti più in aula: "dipenderà da lui", ma "in astratto, dal punto di vista processuale, non è più necessario". Il faccia a faccia con i giudici era una condotta che il legale aveva stabilito con Turetta, una condizione per garantirne il proseguimento della difesa. Così come l’idea di scrivere di suo pugno il memoriale di 80 pagine depositato ieri. "E’ stato un adempimento molto duro, sofferto, per tutti – aggiunge – ma era un passaggio che ho ritenuto. doveroso, che andava fatto e sul quale ho insistito". Il proposito era anche quello di far capire, non solo ai giudici, il percorso di consapevolezza di Turetta rispetto all’enorme gravità del fatto commesso. "Anche se – riflette Caruso – sotto l’aspetto mediatico qualsiasi cosa avesse fatto Turetta non sarebbe bastata. L’opera di mostrificazione andava portata a termine. La rotta è segnata". (ANSA).