“Lo sconcerto oggi si unisce alla rabbia per il fatto che un ragazzino per un mese non abbia fatto intendere nulla di quello che era successo. Il rammarico è che non abbia trovato il coraggio di confessare subito”: il sindaco di Garzeno, Eros Robba, commenta a caldo gli ultimi risvolti sul caso dell’omicidio di Candido Montini avvenuto lo scorso 24 settembre. Questa mattina al carcere minorile Beccaria il 17enne fermato lunedì sera dopo un lungo interrogatorio ha ammesso le sue responsabilità nel delitto del 76enne di Catasco. “Se lo avesse fatto prima – dice il sindaco – avrebbe risparmiato un mese di sospetti e sofferenze all’intera comunità. L’ho visto domenica sera, il giorno prima del fermo, – racconta Robba – davanti a uno dei bar della frazione e non ha tradito né tensione né agitazione. Questo mi lascia spiazzato. Ha tenuto una maschera fino alla fine. È inspiegabile come un ragazzo di 17 anni possa aver retto una situazione del genere”.
Quello che è accaduto rappresenta per il sindaco “un grandissimo campanello d’allarme a livello sociale”. “Ci ha messo davanti a una realtà che non avevamo considerato – spiega – Al disagio dei giovani all’interno di una piccola realtà che non offre stimoli e spazi di aggregazione. Il paese ha perso le scuole e gli oratori, che nel passato hanno rappresentato luoghi di condivisione di valori e hanno consentito di creare dei rapporti forti. Questa generazione invece – spiega Robba – sfugge al controllo sociale. Il 17enne fermato aveva frequentato le scuole a Gravedona e non a Dongo come la maggior parte dei suoi coetanei. A Catasco abitava con i genitori, ma le sue frequentazioni erano al di fuori. Ora ci interroghiamo anche come istituzioni”.
Intanto, la comunità, a oltre un mese dall’omicidio, attende ancora il nulla osta per dare l’ultimo saluto al 76enne.