(ANSA) – MILANO, 21 OTT – "La strategia è il modo per arrivare agli scopi che si perseguono. Il controllo è un’esigenza interna, come se fosse un bisogno che non ammette interferenze. Il controllo e la manipolazione sono due dimensioni presenti". Lo ha spiegato in aula davanti alla Corte di Assise di Milano lo psichiatra forense Pietro Ciliberti, incaricato di svolgere la perizia su Alessandro Impagnatiello dalla quale è emerso che l’ex barman era capace di intendere e di volere quando il 27 maggio 2023 uccise la fidanzata Giulia Tramontano con 37 coltellate. "La rabbia credo sia stata quella finale, come una rabbia fredda", ha detto il perito in riferimento al momento del delitto, poco dopo che la compagna e la donna con cui intratteneva una relazione parallela avevano scoperto l’una dell’altra: "Ci sono rabbie calde, che nella vita di ognuno di noi abbiamo avuto occasione di vivere con intensità diverse. La rabbia che ha portato all’atto finale è come una rabbia fredda, legata al controllo e con un senso di sconfitta". I periti hanno ribadito in aula che Impagnatiello ha "tratti narcisistici e psicopatici", individuando in lui "costrutti" basati su "controllo, bugia e vanità", senza avere tuttavia alcun disturbo. "Un reato è un evento di vita e noi dobbiamo analizzare se questo reato si contestualizza in una personalità disfunzionale – ha detto il medico legale Gabriele Rocca -. Qui non è così. Dire che una cosa così la può fare soltanto una persona disturbata è un archetipo che va necessariamente superato". (ANSA).