Dagli insulti, agli attacchi con un’arma alla mano, preoccupa sempre di più l’esplosione di violenza nei confronti di medici e infermieri.
La situazione nel Comasco
In provincia di Como, i dati degli ultimi tre anni registrano un numero crescente di interventi della vigilanza di Asst Lariana a supporto della sicurezza del personale e dei pazienti. Nel 2024, sono stati registrati 1.558 interventi fino al 17 ottobre, in aumento rispetto al 2023 e al 2022. Nell’anno in corso, 631 di questi interventi sono stati richiesti dal personale che si sentiva minacciato, un dato costante rispetto agli ultimi due anni, malgrado la crescita delle operazioni. ”L’aumento complessivo degli interventi -spiega Massimo Coppia segretario generale Uil Fpl Lario e Brianza – potrebbe indicare un deterioramento delle condizioni lavorative o un incremento di situazioni di stress, con implicazioni potenzialmente preoccupanti per la sicurezza e il benessere del personale”. Condizioni che rendono fondamentale il ruolo della vigilanza dell’ASST Lariana. “Questi numeri devono essere presi in considerazione come un segnale d’allarme per migliorare ulteriormente la gestione della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro”.
L’intervento di Regione Lombardia
Secondo i dati diffusi dalla Direzione Welfare di Regione Lombardia, solo il 6 % delle aggressioni fisiche al personale sanitario è stato segnalato in Procura nel 2022, nel 2023 il dato è in calo al 4% con 4.836 episodi. Diverse le strutture ospedaliere lombarde che hanno attivato il pulsante di allarme aggressione agli operatori sanitari e vari Pronto Soccorso si sono dotati di figure di accoglienza per pazienti e accompagnatori, come il ‘Caring nurse’ risultato efficace per ridurre la conflittualità. Regione Lombardia ha disposto una nuova serie di misure per garantire la sicurezza di chi lavora al servizio della salute dei cittadini, tra queste la collaborazione con le forze dell’ordine, il monitoraggio continuo degli episodi di violenza e il supporto psicologico e legale per i lavoratori aggrediti. “Per tutelare il nostro personale – ha spiegato l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso – oltre a segnalare gli eventi violenti alla procura, gli enti sanitari dovranno valutare di costituirsi parte civile nell’ambito dei processi penali”.