(ANSA) – LATINA, 16 OTT – "Io l’ho incontrata una sera a cena e vi assicuro che adesso è tutta rifatta in viso, ecco i soldi che fine fanno. Ride, sti politici è tutto un magna magna". E ancora: "Le labbra a canotto no". Sono solamente alcuni dei commenti apparsi nelle ultime ore sui social diretti al sindaco di Latina Matilde Celentano, tutti legati esclusivamente al suo aspetto fisico. Purtroppo non una novità per il primo cittadino del capoluogo pontino, la prima donna nella storia della città, che già in passato era stata oggetto di insulti di questo tipo. Proprio per questo motivo, nell’apertura del consiglio comunale dello scorso 31 luglio, la Celentano aveva svelato pubblicamente che il suo fisico aveva "subito modifiche transitorie, dovute alle terapie a cui mi sono sottoposta per la cura di un tumore". Malgrado ciò, gli insulti a mezzo social non si sono arrestati e, di conseguenza, nelle ultime ore il primo cittadino si è riservato di adire le vie legali. "È intollerabile che debba essere giudicata non per l’operato che attiene alla funzione di sindaco, ma per il sospetto di ricorre alla chirurgia estetica – le sue parole -. Sono consapevole di essere un personaggio pubblico e mi prendo anche le critiche, ma deve finire questo attacco alle donne che fanno ricorso ad interventi migliorativi della propria estetica, dietro i quali ci potrebbero essere problemi psicologici e di salute. In ogni caso, anche qualora fossi ricorsa a interventi di chirurgia estetica, nessuno ha il diritto di giudicare non soltanto me ma tutte le donne che avessero fatto scelte simili. Lo trovo un attacco becero e irrispettoso della persona. La derisione del corpo e la discriminazione di una persona per il suo aspetto fisico sono configurabili nel body shaming. Una pratica che va fortemente condannata" ha ribadito il sindaco. Dopo gli ultimi insulti ricevuti nella giornata di lunedì, che si aggiungono a quelli dei mesi passati subiti durante la malattia, la Celentano ha aggiunto che "ce ne è abbastanza per indurre chiunque a reagire facendo ricorso alle vie legali". (ANSA).