Tecnologia, innovazione e digitalizzazione: sono solo tre degli ingredienti immancabili al ComoLake 2024. L’intelligenza artificiale è uno dei temi caldi al centro degli interventi di Villa Erba. Lo ha sottolineato anche Melissa Ferretti Peretti, Country Manager Google Italia. “L’opportunità è adesso – esordisce Ferretti Peretti – perché stiamo vedendo un duplice fenomeno. Da un lato la rapida crescita di questa tecnologia, dall’altro la sua democratizzazione. Se un tempo queste tecnologie erano a disposizione solo di grandi aziende che potevano permettersi grandissimi investimenti in infrastrutture, ricerche e sviluppo, oggi sono a disposizione di tutti con investimenti accessibili. Rappresentano quindi un’opportunità per il nostro Paese di fare un salto in avanti e recuperare uno storico gap di competitività”.
La Country Manager di Google Italia ha ricordato che “la produttività è cresciuta di un meno di un terzo rispetto a quella europea. Fenomeno aggravato dal ritardo nella transizione digitale”.
Il ruolo dell’intelligenza artificiale nella società odierna si fa sentire sempre di più e l’economica italiana non ne è esente. “Nei prossimi 10 anni – fa sapere Melissa Ferretti Peretti – il valore aggiuntivo solo dell’AI generativa rappresenterà circa 150/170 miliardi aggiuntivi, pari all’8% di PIL aggiuntivo. Ma un ritardo di 5 anni nell’implementazione di questa tecnologia può portare questo valore aggiuntivo al 2%”.
Alle sue parole fanno eco quelle di Markus Reinisch, Vicepresidente Politiche Pubbliche in Europa per Meta: “L’intelligenza artificiale non è una moda del momento, ma è davvero quell’elemento che può aiutare noi europei a essere più competitivi e più produttivi, a creare welfare e sovranità. Se non lo accettiamo, sono estremamente preoccupato della direzione che stiamo prendendo come territorio e come potenza economica nel futuro”.
Sulle potenzialità che l’intelligenza artificiale può offrire, ha aggiunto: “Ogni nuova tecnologia può essere usata in modo positivo o negativo, ma solo perché dobbiamo fare attenzione non significa che dobbiamo essere pessimistici e preoccuparci. Se la sposiamo non solo in senso pratico, cioè scrivendo le giuste regole, ma anche in una prospettiva di mentalità, pensando che il nuovo è buono, che ne abbiamo bisogno, e come europei possiamo addirittura fare di meglio, sono molto ottimista. Se non vediamo, invece, queste possibilità sono preoccupato”.