Il Comune di Como non arretra e resta fermo sui suoi passi. Nonostante l’audizione in Regione e dopo la protesta silenziosa dei genitori, arrivati in consiglio comunale con candele e striscioni per dire no all’annunciata chiusura delle scuole in città, con una delibera della giunta arriva la conferma dello stop dei primi quattro plessi a partire dall’anno 2025/2026. La razionalizzazione nell’uso degli istituti scolastici voluta dall’esecutivo di Palazzo Cernezzi per l’anno prossimo prevede la chiusura della scuola dell’infanzia “L. Carluccio” di via Volta e della primaria “N. Sauro” di via Perti, e poi ancora dell’infanzia di “Via Varesina” e di quella di Prestino che sarà accorpata alla primaria di via Isonzo.
“La nuova rete scolastica – si legge nella delibera – deve rispondere alle esigenze di ottimizzazione del rapporto tra docenti e studenti, ponendo un’attenzione particolare all’effettiva capacità dei plessi scolastici di mantenere un numero di studenti effettivi adeguato agli standard nazionali”.
Nel documento si torna a parlare, per motivare le decisioni dell’amministrazione, di “inverno demografico” e di immobili non adeguati. Al fine di erogare il servizio scolastico in edifici idonei e sicuri, è “volontà dell’Amministrazione – si legge ancora – “proseguire il progressivo percorso di razionalizzazione e ristrutturazione dell’intera rete scolastica”. Per l’anno accademico 2026/2027 con le altre due scuole già annunciate e cioè la primaria di via Brogeda a Ponte Chiasso e l’infanzia di via salita Cappuccini che sarà accorpata alle elementari di via Montelungo.
Inoltre, ricordano da Palazzo Cernezzi, “il Comune di Como è dotato di una capillare rete di trasporto pubblico a servizio del territorio comunale e che, in ogni caso, le distanze tra i diversi plessi sono percorribili anche a piedi”.
Insomma nonostante i pareri – non vincolanti – degli organi collegiali, il confronto con i consiglieri regionali e le proteste delle famiglie, che – da quanto si apprende – non sono intenzionate a fare un passo indietro – il Comune tira dritto.