Un ricordo sempre doveroso e sentito per la tragedia di Conca di Crezzo del 15 ottobre del 1987. L’Atr 42 Colibrì-I-ATRH in volo tra Milano-Linate e Colonia, in Germania, alle 19.28 cadde in una zona impervia a circa 750 metri di quota, sui monti del Triangolo Lariano tra Lasnigo e Barni. A bordo c’erano 37 persone, 3 membri dell’equipaggio (i piloti Lamberto Lainè e Pierluigi Lampronti, l’assistente di volo Carla Corneliani) e 34 passeggeri, in gran parte di nazionalità tedesca. Tutti persero la vita.
L’Atr 42 della compagnia Ati (Aero trasporti italiani, del gruppo Alitalia) era partito quindici minuti prima, in ritardo di circa un’ora sulla tabella di marcia a causa del maltempo e dell’intenso traffico nei cieli. Poi, sopra Lecco, lo stallo e la caduta: tutto in pochi secondi, come è stato accertato dalla scatola nera. I piloti Lainè e Lampronti fecero di tutto fino all’ultimo per salvare l’aeromobile e i passeggeri. Lo testimoniano le registrazioni di quegli ultimi drammatici momenti. I piloti cercarono di allineare e far rialzare l’aereo – denominato “Città di Verona”, della compagnia Ati – che stava finendo velocissimo in picchiata verso i monti del Triangolo Lariano. Quasi riuscirono, con capacità, freddezza e professionalità, nel loro obiettivo. Ma il mezzo diventò ingovernabile a causa del ghiaccio che si era formato sulle ali e sulla coda.
Subito scattarono i soccorsi dopo le immediate segnalazioni dell’incidente con tenti volontari dei paesi di Barni, Lasnigo e della zona in prima linea per cercare di dare una mano. Ci volle qualche ora per trovare i resti del velivolo e subito si capì che non c’era nulla da fare per le persone a bordo: nebbia e maltempo non aiutarono il primo intervento. Le salme furono poi composte nella palestra di Asso. Per la loro benedizione arrivò l’allora arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini. Ulteriore tragedia, nelle ore successive, la morte del carabiniere Massimo Berth, 19 anni, intervenuto per i soccorsi, vittima di un incidente stradale con la Jeep dell’Arma.
L’Atr era stato consegnato pochi mesi prima, a metà aprile, alla compagnia Ati. La tragedia si è poi rivelata molto importante per capire e prevenire gli incidenti causati dalla formazione di ghiaccio sulle ali degli aeromobili.
A Conca di Crezzo, a pochi metri di distanza dal punto in cui l’aereo è caduto, un monumento ricorda quella tragedia e negli anni ha ospitato le cerimonie di commemorazione. Molto sentita quella del 2017, a trent’anni di distanza dal triste evento. Quella dell’Atr 42 è una delle più gravi sciagure avvenute nel Comasco.