(ANSA) – ADDIS ABEBA, 05 OTT – La situazione nella regione etiope dell’Amhara è sempre più tesa: una fonte della sicurezza ha riferito all’Afp che nelle ultime due settimane il governo di Addis Abeba ha inviato massicci rinforzi militari per reprimere la rivolta dei Fano, milizie locali che da oltre un anno si oppongono con le armi al governo centrale. La miccia del conflitto è stata la decisione del governo di disarmare i Fano e le forze di sicurezza regionali, considerate una minaccia per la stabilità del Paese. I Fano, che si considerano difensori della popolazione amhara, si sentono traditi dall’accordo di pace firmato dal premier Abiy Ahmed con i ribelli del Tigrè, storici nemici degli Amhara. La repressione governativa si sta intensificando. Fonti di sicurezza riferiscono di numerosi arresti tra i funzionari sospettati di collaborare con i ribelli. Amnesty International denuncia "detenzioni arbitrarie di massa" e violazioni dei diritti umani. Gli scontri armati tra esercito e Fano sono frequenti e causano vittime anche tra i civili: il 17 settembre, nella città di Debark, almeno nove persone sono state uccise durante un violento scontro a fuoco. I Fano, che non hanno un comando centrale unificato, continuano a portare avanti attacchi contro l’esercito e le città della regione, dimostrando una notevole capacità di resistenza. La crisi in Amhara rischia di destabilizzare ulteriormente l’Etiopia, già provata da anni di conflitti interni. La comunità internazionale osserva con preoccupazione l’escalation della violenza e chiede al governo di Addis Abeba di rispettare i diritti umani e di trovare una soluzione pacifica alla crisi. (ANSA).