(ANSA) – ISLAMABAD, 04 OTT – I sostenitori del partito dell’ex primo ministro del Pakistan Imran Khan, il Pakistan Tehreek-e-Insaf (Pti), stanno tentando di raggiungere la strada principale di Islamabad per una protesta programmata, e il governo federale ha schierato l’esercito nella capitale. Questa mossa arriva in vista del vertice della Shanghai Cooperation Organisation (Sco) in programma per il 15-16 ottobre. Imran Khan, attualmente incarcerato, ha invitato i suoi sostenitori a radunarsi a D-Chowk, l’arteria più importante della capitale, per protestare contro la sua prigionia "illegale" e la presunta ‘parzialità’ della Commissione elettorale del Pakistan, sollecitando anche sforzi per "salvare la Costituzione". La polizia ha bloccato l’accesso all’area, provocando scontri e l’arresto di almeno 30 manifestanti, tra cui le sorelle di Khan, Aleema Khan e Uzma Khan. Gli ufficiali hanno usato gas lacrimogeni per disperdere la folla. Il primo ministro del Khyber Pakhtunkhwa Ali Amin Gandapur sta guidando un convoglio di manifestanti verso Islamabad, ma stanno incontrando una notevole resistenza nel Punjab, dove il partito opposto è al potere. A seguito dello spiegamento dell’esercito ai sensi dell’articolo 245 della Costituzione del Pakistan, il PTI potrebbe dover affrontare maggiori difficoltà nell’entrare a Islamabad o nell’organizzare una protesta. L’articolo 245 consente alle forze armate di assistere il potere civile e afferma: "La validità di qualsiasi direttiva emessa dal governo federale ai sensi della clausola 1 non sarà messa in discussione in nessun tribunale". Nelle ultime settimane, il Pti ha organizzato molteplici raduni per fare pressione sul governo di coalizione sostenuto dai militari guidato dal primo ministro Shehbaz Sharif affinché rilasci Imran Khan. Nonostante abbia ottenuto sollievo in tre importanti casi giudiziari, Khan è stato incarcerato con nuove accuse. La protesta di oggi rappresenta un momento critico per il Pti, poiché il governo sta anche valutando un emendamento costituzionale volto a limitare i poteri della Corte Suprema e a mettere da parte i giudici percepiti come favorevoli a Khan. (ANSA).