Catasco, piccola frazione di Garzeno, in Altolago, era già stata al centro delle cronache locali e nazionali 18 anni fa. Era il 14 novembre 2006 quando scomparvero all’improvviso i coniugi Achille Martinoni e Adalgisa Montini.
Un caso, dall’epilogo drammatico, che per 16 giorni ha tenuto l’Italia con il fiato sospeso. Catasco era stata invasa da cronisti, fotografi e operatori. La pista della fuga volontaria aveva lasciato spazio ben presto a ipotesi ben più drammatiche. Le ricerche dei due coniugi sono proseguite senza sosta e hanno impegnato decine di persone. Dai monti al lago, l’intera zona è stata setacciata da protezione civile, soccorso alpino, unità cinofile e vigili del fuoco.
Il 21 novembre, la macchina di Martinoni, un’Alfa 146 bordeaux, era stata ritrovata nella zona di Monte Spluga, a poca distanza dal confine svizzero, a circa 80 chilometri da Catasco. All’interno c’era un biglietto scritto da Martinoni in cui l’uomo chiedeva perdono alla figlia quindicenne della coppia. Una svolta che era stata la premessa all’epilogo più tragico.
Da quel momento, sono passati altri otto giorni prima del ritrovamento dei corpi dei due coniugi scomparsi, in una baita a poca distanza dal punto in cui era stata ritrovata l’auto. A scoprirli i familiari dell’uomo scomparso, che stavano effettuando delle ricerche con alcuni giornalisti.
I due corpi erano abbracciati, come Romeo e Giulietta raccontarono le cronache di quei giorni. Achille Martinoni aveva ucciso la moglie Adalgisa con un colpo di pistola, probabilmente già il giorno stesso della scomparsa. Poi aveva raggiunto la casupola sui monti portando con sé il corpo della moglie. L’aveva posato sul letto e si era sdraiato accanto a lei prima di uccidersi con la stessa arma.