(ANSA) – ROMA, 26 SET – "Dall’esame dei periti è emersa la totale incertezza sulle cause della morte. La giurisprudenza costante della cassazione afferma un principio invalicabile: prima di stabilire qualsiasi responsabilità bisogna sapere con assoluta certezza una persona di che cosa è deceduta. Qui non si sa”. E’ quanto afferma l’avvocato Nicola Madia, difensore del cardiologo Guido Laudani, indagato per omicidio colposo assieme al radiologi Gianfranco Gualdi, Claudio Di Biasi e la dottoressa Maria Chiara Colaiacomo, per la morte del giornalista Andrea Purgatori al termine dell’udienza dell’incidente probatorio in cui è iniziata l’illustrazione della perizia medico legale disposta dal gip ”A questo punto – aggiunge il penalista – non vedo come si possa pensare di continuare un procedimento a carico del mio assistito, il cardiologo che ha avuto in cura Purgatori – prosegue il penalista Madia – quando gli stessi periti hanno detto che l’unica certezza secondo loro è che al Policlinico avrebbe avuto l’endocardite infettiva, peraltro smentendo parzialmente questo assunto quando hanno riferito che all’autopsia non hanno trovato batteri nel corpo. A mio modo di vedere la causa della morte è legata al tumore gravissimo, al quarto stadio metastatizzato, e quindi alle naturali complicanze di questa patologia". Il giudice ha aggiornato l’udienza al prossimo 13 novembre quando verranno sentiti i consulenti. Secondo la perizia i "neuroradiologi indagati refertarono non correttamente l’esame di risonanza magnetica dell’8 maggio 2023 per imperizia e imprudenza e quelli del 6 giugno e dell’8 luglio per imperizia. Il cardiologo Laudani effettuò approfondimenti diagnostici insufficienti" e da lui in particolare, scrivono i periti, c’è stata "una catastrofica sequela di errori ed omissioni". (ANSA).