A quasi tre settimane dalla riapertura delle scuole mancano ancora 250 docenti nel Comasco, una situazione equamente distribuita sul territorio anche se risultano più svantaggiate le sedi periferiche. Alcuni istituti, in particolare nel primo ciclo di studi, non hanno l’orario intero per questo motivo. Le difficoltà maggiori si riscontrano all’Infanzia e alla Primaria. Dei 250 posti da coprire circa due terzi, infatti, rientrano in questa fascia. A spiegare la situazione è Giuseppe Bonelli, dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale.
A questi numeri si aggiunge anche la carenza di dirigenti scolastici. Con numerosi presidi che gestiscono due istituti. Magari una scuola superiore e un Comprensivo.
Ma in questo momento sotto ai riflettori non ci sono soltanto le difficoltà di organico. A Como il grande tema è la razionalizzazione dei plessi voluta da Comune. Nei prossimi due anni sono altre sei scuole non accoglieranno più alunni, tra asili ed elementari. E il processo di riorganizzazione in prospettiva sembra destinato ad allargarsi. “In percentuale minore il calo si vede già alle Medie” aggiunge Bonelli che ha poi chiarito: “La popolazione scolastica della provincia ogni anno si riduce di mille unità le ricadute sui plessi si vedono”.
Il provveditore ha rendicontato i numeri e tratteggiato il quadro dei prossimi anni anche durante la riunione dell’apposita commissione comunale nei giorni scorsi alla quale è poi seguita il giorno successivo la protesta delle famiglie e dei docenti in piazza per dire no alle chiusure.