“Siamo in un Paese democratico ed è giusto che i cittadini esprimano le loro idee manifestando, ma la decisione è presa e non si torna indietro”.
E’ l’assessore alle Politiche educative e vicesindaco del Comune di Como, Nicoletta Roperto, a replicare al flash mob di protesta delle famiglie e a ribadire un concetto già espresso in più occasioni. L’ultima ieri durante la commissione riunita a Palazzo Cernezzi.
Commissione che ha visto partecipare – e rendicontare i dati relativi alla natalità e alle iscrizioni – anche il provveditore, Giuseppe Bonelli che, numeri alla mano, ha parlato di aule ancora più vuote nei prossimi anni.
Il piano di razionalizzazione prevede complessivamente la chiusura di 8 scuole, due già comunicate e altre sei, annunciate di recente, che saranno dismesse nei prossimi due anni scolastici.
L’iter prevede ora, ha spiegato il vicesindaco, che entro il 15 ottobre gli istituti che si fermeranno nel 2025/2026 debbano inviare il parere, obbligatorio ma non vincolante, degli organi collegiali. Mentre entro il 15 novembre il Comune dovrà trasmettere la delibera all’amministrazione provinciale che a sua volta manderà la pratica in Regione. Regione che poi dovrà deliberare entro il 30 novembre. Sembra difficile, però, che qualcosa possa cambiare. Palazzo Lombardia, con ogni probabilità, si limiterà a prendere atto dei dati e delle valutazioni contenuti nei documenti.
Anche perché il quadro dei plessi disponibili deve essere chiaro sia per le prossime iscrizioni da parte delle famiglie (che di solito si aprono a gennaio), sia per la formazione degli organici.