(ANSA) – ROMA, 16 SET – Quindici organizzazioni umanitarie, tra cui Save the Children, chiedono pressioni internazionali per un cessate il fuoco immediato, un embargo sulle armi e la fine dell’ostruzione sistematica degli aiuti da parte di Israele, sostenendo che Israele sta impedendo all’83% degli aiuti alimentari necessari di arrivare a Gaza. Nel 2023 si fermava solo il 34% delle merci. "Questa riduzione – si dice in un appello – significa che le persone nella Striscia sono passate da una media di due pasti al giorno a un solo pasto a giorni alterni. Si stima che entro la fine dell’anno circa 50.000 bambini di età compresa tra 6 mesi e 5 anni necessiteranno urgentemente di cure per la malnutrizione". "Nuovi dati hanno rivelato l’entità dell’ostruzione degli aiuti e il conseguente drastico calo dei rifornimenti che entrano a Gaza – dicono -. Ciò sta provocando un disastro umanitario, con l’intera popolazione della Striscia che affronta fame e malattie e quasi mezzo milione di persone a rischio di morire di fame. Mentre gli attacchi militari israeliani si intensificano, per quasi un anno è stato sistematicamente bloccato l’ingresso di cibo salvavita, medicine, forniture mediche, carburante e tende nella Striscia. I dati raccolti dalle organizzazioni che operano nella Striscia rilevano che, a causa dell’ostruzione israeliana, a Gaza manca il 65% dell’insulina necessaria e la metà della fornitura di sangue, e la disponibilità di articoli per l’igiene è scesa al 15% rispetto alla quantità disponibile nel settembre 2023. Un milione di donne si trovano ora senza i prodotti per l’igiene di cui hanno bisogno. Rimangono operativi solo circa 1.500 letti di ospedale rispetto ai circa 3.500 posti letto del 2023. (ANSA).