“La decisione dell’amministrazione si fonda esclusivamente sul criterio della razionalizzazione in funzione del risparmio economico”: è il pensiero espresso nero su bianco da Vittorio Nessi, consigliere di Svolta civica, in una mozione destinata al consiglio comunale, a fronte della decisione di sindaco e giunta di chiudere otto scuole della città entro il 2026.
“L’azione amministrativa pare incerta e approssimativa dal punto di vista operativo, – si legge nel documento – La scuola materna di via Longhena è stata frettolosamente chiusa creando disagi alle famiglie in assenza di un tempestivo inizio dei lavori di ripristino; la materna di Ponte Chiasso doveva essere chiusa quest’anno ma tutto è rimasto come prima perché non sono terminati i lavori dell’edificio di Monteolimpino dove dovevano trasferirsi gli alunni; il nido Magnolia è stato chiuso dall’amministrazione e riaperto per decisione del giudice. Quartieri sensibili come Ponte Chiasso – continua Nessi – resteranno nei prossimi anni privi di scuola materna e primaria con gravi danni per il tessuto sociale e disagi per le famiglie a causa della lontananza delle nuove strutture. Solo cinque anni fa, con riferimento alla scuola di via Perti, l’allora consigliere Rapinese aveva definito strategico il fatto che esistesse una scuola di questa portata in centro”. Secondo Nessi, “non è stato valutato l’effetto economico proiettato sul futuro e le conseguenze sociali” della decisione. “Se nei quartieri si eliminano le scuole si tolgono realtà vitali per chi abita in quell’area e tutto ciò porta maggior degrado nei quartieri rendendoli meno vivibili”.
Come riportato nella mozione di Svolta civica, sarebbe inoltre “mancato nell’azione dell’amministrazione un minimo di confronto con la rete delle famiglie e degli insegnanti e non è stata data nessuna indicazione sulla destinazione futura degli immobili liberati dagli alunni. Il tutto in una situazione di cronica incapacità a portare a compimento nei termini previsti i lavori di ristrutturazione”.
Nessi chiede dunque a sindaco e giunta di “sospendere le decisioni adottate in attesa di valutare le ricadute sociali ed economiche future sui quartieri e sul centro storico, la destinazione futura degli immobili e, con riferimento alla scuola di via Perti, di ripristinare quanto prima la sicurezza e considerare essenziale la destinazione di quell’immobile come scuola”.
Pd all’attacco
Sulla chiusura delle scuole di Como è intervenuto di nuovo il Partito democratico. In una nota il segretario cittadino del PD Daniele Valsecchi e la capogruppo in Consiglio comunale Patrizia Lissi hanno attaccato l’amministrazione cittadina: “Leggendo la relazione sul piano di organizzazione delle scuole salta all’occhio un passaggio che appare inspiegabile: Per l’asilo Carluccio di via Volta, si legge, l’ipotesi più percorribile è quella di spostarlo in via Passeri, sede dell’attuale asilo nido Magnolia, così come la scuola dell’infanzia Raschi”. Da qui l’interrogativo: “L’asilo Magnolia è quello stesso asilo che Rapinese avrebbe voluto chiudere. Ora, invece, magicamente, è pronto a diventare il luogo di ben due scuole dell’infanzia”