Frana a Civiglio e strada chiusa, non si placano le polemiche. Residenti sul piede di guerra che – a 4 mesi dallo smottamento – tornano a chiedere risposte certe sulla riapertura della via. Intanto nelle scorse ore il Comune, per motivi di sicurezza e per scongiurare il passaggio di mezzi e persone, ha rafforzato le reti installate nei giorni successivi la frana, blindando l’area.
Alla vigilia della ripresa scolastica torna la preoccupazione per i disagi dovuti alla chiusura della strada. Lo smottamento dello scorso 15 maggio con la conseguente chiusura di un tratto di via dei Patrioti ha messo a dura prova la pazienza di chi vive a Civiglio a causa dei percorsi alternativi che allungano i tempi di percorrenza. Le richieste di quanti abitano o lavorano nella frazione colpita dalla frana restano le stesse dei mesi scorsi: capire quando la viabilità sarà ripristinata.
Non lascia spazio a repliche il commento che arriva dal sindaco di Como, Alessandro Rapinese: “Abbiamo avuto riunioni sul tema, la situazione è monitorata. Vi assicuro che anche su Civiglio non stiamo perdendo tempo”.
Nei mesi scorsi il comune attraverso un’ordinanza aveva imposto al privato proprietario dell’area, dalla quale si è verificato lo smottamento, di avviare i lavori di messa in sicurezza entro tre mesi e di concluderli entro 5. Quindi si arriva a fine novembre, con un inizio di autunno ancora difficile per i collegamenti.
A chiedere rassicurazioni sono dunque i residenti di Civiglio che con una lettera inviata lo scorso 5 settembre e firmata da 257 cittadini si rivolgono all’amministrazione comunale per avere aggiornamenti.
“Per arrivare a Como da Civiglio con la linea 43 del bus occorrono 40 minuti”, spiega una residente rassegnata. “I disagi sono all’ordine da quando si è verificata la frana, la frazione si sta svuotando. Chi può cerca soluzioni alternative soprattutto ora che le scuole riprenderanno e i disagi aumenteranno per chi deve spostarsi”, spiega un’altra cittadina di Civiglio.
Nella lettera i cittadini scrivono che sono “scaduti i 45 giorni in cui si chiedeva ai privati proprietari dell’area di presentare una progettazione esecutiva. In caso contrario, sarebbe stata l’amministrazione a procedere alle opere di messa in sicurezza”. Da qui la necessità di una tempistica precisa perché a quattro mesi dallo smottamento i disagi per i residenti di Civiglio restano.
Vergogna!!!! non ci può essere altro commento.