L’annunciata chiusura della scuola di via Perti a Como per l’anno 2025/2026 innesca un botta e risposta rovente tra il PD e il sindaco.
I democratici parlano del piano di razionalizzazione presentato da Palazzo Cernezzi come di “vero e proprio massacro” nel quale rientra anche la primaria “Nazario Sauro”, in pieno centro storico. “Un centro storico – si legge nella nota della segreteria cittadina – sempre più povero, svuotato della vita quotidiana, di quei luoghi di socialità così preziosi”.
“In una Como sempre più turistica, fa sorridere pensare che il Comune abbia bisogno di risparmiare sulle scuole, sul futuro dei bambini – si legge ancora – E fa sorridere anche ripensare al Rapinese consigliere nel 2019 (la giunta era quella guidata dal sindaco Mario Landriscina, ndr), pronto ad accogliere i genitori che avevano invaso pacificamente la sala consiliare, mossi dall’incertezza riguardo al futuro dell’immobile di via Perti”. “In quel contesto – insiste il PD – Rapinese aveva annunciato una mozione per chiedere alla giunta di confermare il ruolo strategico della scuola e la destinazione a soli fini scolastici dell’edificio. Parole di cui riempirsi la bocca – si legge infine – bugie, bla bla bla, per poi pugnalare i cittadini alle spalle solo qualche anno dopo”.
Il sindaco non ci sta e risponde alle dichiarazioni. “Innanzitutto all’epoca avevo chiesto anche una documentazione che certificasse la condizione della scuola e non c’era nulla – replica Alessandro Rapinese – Oggi abbiamo una relazione tecnica degli uffici che ci dice esattamente in che condizioni è l’edificio”. “In termini prospettici quella scuola assorbirebbe troppo denaro, denaro con il quale possiamo sistemare più istituti, mettendoli a norma, contrariamente a quanto fatto dal PD che nelle scuole ha forse cambiato qualche lampadina”. “A poche centinaia di metri da via Perti ci sono altri plessi – aggiunge – come aveva detto il provveditore, non ci sono tragedie in atto e comunicandolo per tempo le famiglie hanno modo di organizzarsi”.
Il Partito democratico ha, inoltre, precisato: “Riteniamo che, in alcuni casi, l’accorpamento sia necessario, purché prima avvenga una valutazione e un confronto con i dirigenti scolastici, le insegnanti, i genitori. Ancora una volta, però, il confronto non è avvenuto.
Ancora una volta non si fa attendere la risposta di Rapinese. “Lo studio sulle scuole è durato due anni perchè è stato complesso e coordinato con gli stessi dirigenti. La maggior parte dei plessi non è a norma, abbiamo stanziato a bilancio 20 milioni di euro, prima della fine del mandato saranno spesi e gli istituti saranno messi in sicurezza come già lo sono la “Lorenzini” e la “Don Milani” a Sagnino”.