(ANSA) – MILANO, 10 SET – "Non si è trattato (…) di un disinteressato momento di goliardia tra ragazzi giovani che hanno appena trascorso una serata in discoteca ma di una vera e propria azione collettiva, volta a carpire il consenso della persona offesa ad atti sessuali con il maggior numero di loro, nonostante la piena consapevolezza dello stato di alterazione" della vittima. Lo scrive il gup di Milano Roberto Crepaldi nelle motivazioni della sentenza con cui ha condannato a 3 anni e 7 mesi, con rito abbreviato, Mattia Lucarelli, figlio dell’ex attaccante Cristiano, e Federico Apolloni, i due giovani calciatori del Livorno accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti una studentessa americana di 22 anni. Il giudice ha inflitto, inoltre, ad altri tre amici dei due calciatori pene più miti, tra i 2 anni e 5 mesi e i 2 anni e 8 mesi di reclusione: sebbene si trovavano in una stanza diversa da quella del presunto stupro, avvenuto tra il 26 e il 27 marzo 2022 nell’appartamento milanese di Lucarelli jr, non ha escluso la loro responsabilità. "Nessuno ha espresso la volontà di dissociarsi" e "quello serbato dagli imputati", si legge nell’atto, "non è stato un mero contegno passivo". Al contrario ha ritenuto di sottolineare che "il concreto e decisivo apporto morale di ciascuno dei ragazzi, che si sono continuamente scambiati frasi di istigazione fino a far convergere le loro volontà in un vero e proprio accordo criminoso avente ad oggetto l’abuso delle condizioni della ragazza nell’ ambito di un rapporto sessuale di gruppo, evento poi realmente verificatosi". (ANSA).