(ANSA) – MILANO, 10 SET – Altra sentenza e terzo patteggiamento sul caso di Artem Uss, l’imprenditore 41enne figlio dell’ex governatore di una regione siberiana, vicino a Vladimir Putin, che doveva essere estradato negli Usa e che il 22 marzo dello scorso anno, invece, riuscì a fuggire, mentre era ai domiciliari col braccialetto elettronico a Basiglio, nel Milanese, e che ora si troverebbe in Russia. Oggi, infatti, il gip di Milano Anna Calabi ha ratificato il patteggiamento a 2 anni e 8 mesi per un altro dei componenti del "commando" operativo che avrebbe aiutato Uss nella fuga. Si tratta di Matej Janezic, sloveno, 39 anni, che era stato arrestato nei mesi scorsi e poi estradato in Italia e portato nel carcere milanese di Opera. Misura che con la sentenza di oggi – dopo il patteggiamento concordato tra il pm Giovanni Tarzia, titolare dell’inchiesta condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo, e i difensori, il professore e avvocato Roberto Borgogno e la legale Arianna Dutto – è stata sostituita con lavori di pubblica utilità. A fine giugno per "procurata evasione aggravata dalla transnazionalità" avevano patteggiato anche pene fino a 3 anni Vladimir Jovancic, bosniaco di 51 anni detto "Vlado il vecchio" e suo figlio Boris, 26 anni, che dopo l’arresto, così come Janezic, hanno dato un contributo alle indagini coi loro verbali davanti al pm. A giugno, sulla base degli interrogatori e degli accertamenti di inquirenti e investigatori, si è anche arrivati all’arresto del russo Dmitry Chirakadze, 54 anni, residente in Svizzera, aristocratico con legami con funzionari e oligarchi di Mosca, che sarebbe stato il "coordinatore" del piano di "esfiltrazione". (ANSA).