(ANSA) – CAGLIARI, 10 SET – La certezza matematica ancora non c’è perchè le operazioni di spegnimento non si sono ancora concluse, ma l’ipotesi che l’incendio che durante la notte ha divorato 2mila pannelli fotovoltaici a Tuili, nel sud Sardegna, sia doloso è quella che gli investigatori avvalorano maggiormente. Il rogo scoppiato intorno alle 4 si è propagato troppo velocemente, i pannelli erano accatastati in una zona all’aperto priva di impianto di videosorveglianza, dove non ci sarebbero cavi elettrici o altro che potrebbero aver innescato un eventuale corto circuito. Bisognerà però attendere che il rogo sia spento definitivamente per cercare le tracce di un attentato. Al momento una squadra dei vigili del fuoco del comando provinciale di Cagliari sta operando con una ruspa e un autoarticolato per smassare i detriti e spegnere gli ultimi focolai. Le fiamme, anche a causa del forte vento di maestrale, alle 4 hanno velocemente avvolto i pannelli che appartenevano alla alla società Greenvolt Power, una multinazionale polacca che aveva acquistato l’appezzamento di terreno per la realizzazione di un impianto fotovoltaico. I lavori sarebbero iniziati tra circa un mese, ma adesso tutto è andato in fumo. Ancora da quantificare i danni, l’azienda è assicurata. I carabinieri del Norm di Sanluri e della Stazione di Barumini stanno conducendo accertamenti congiunti per accertare le eventuali responsabilità. Sul fronte delle rinnovabili la tensione è alta in tutta la Sardegna: alla fine di agosto un attentato incendiario è stato messo a segno durante la notte nel sito della Vestas di Villacidro, dove si sta realizzando un parco eolico oggetto di numerose proteste da parte dei comitati contro la speculazione energetica. Alcuni giorni prima, una pala eolica installata sulla strada provinciale 30 tra Mamoiada a Gavoi, era stata oggetto di un’azione vandalica. (ANSA).