La prima campanella sta per suonare anche in provincia di Como e mentre si completa il quadro per quanto riguarda gli insegnanti, con la situazione più difficile – sul fronte delle assegnazioni – registrata in Alto Lago, emerge un dato su tutti: la carenza di dirigenti. Su 66 in totale in provincia di Como, 44 si troveranno a gestire due scuole. In pratica due presidi su tre. A fornire i numeri e a chiarire la situazione il dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Como, Giuseppe Bonelli. Di fatto c’è chi gestirà due istituti comprensivi (con i numerosi plessi di cui si compongono) e chi magari un comprensivo e una superiore. Una questione legata anche alle procedure concorsuali aperte e ai ricorsi in corso. “In città va ancora bene, ma alcune aree della provincia sono in sofferenza” ha detto Bonelli. E mancano anche i dsga (i direttori amministrativi). Sul fronte delle cattedre, si conta un centinaio di rinunce e quindi vanno ultimate le nomine. Ma è un numero gestibile secondo il provveditore.
Il sindacato: “Precario il 60% del personale”
A preoccupare di più, come detto, la situazione dei dirigenti. A dirlo anche Gerardo Salvo, segretario generale della Uil Scuola della provincia di Como. “La situazione è complessa, avere una reggenza non è semplice, è evidente che avere un preside che gestisce più scuole significa fare a malapena l’ordinario – spiega – soprattutto se si considera che ci sono comprensivi che contano anche 11 plessi. E non va certo meglio per gli amministrativi. In molte scuole ci sono colleghi facenti funzione, abbiamo chiesto al ministero – almeno – che vengano istituzionalizzate perché svolgono un ruolo che di cui la scuola – oggi sempre più burocratizzata – ha bisogno ma manca loro, di fatto, il riconoscimento”. Quindi il tema della precarietà dei docenti. “Anche nel Comasco il 60% del personale non è stabile – aggiunge il sindacalista – con ripercussioni sui ragazzi che si vedono cambiare spesso gli insegnanti (in particolare nel Sostegno) e per gli stessi insegnanti che ogni anno sono in attesa di una destinazione. Chiediamo anche alla politica locale di farsi portavoce di queste istanze a livello nazionale perché è una situazione intollerabile”.