(ANSA) – TRIESTE, 07 SET – "L’unico modo per competere con le enormi potenzialità e i grandi capitali, è mettere insieme l’intera filiera pubblico-privato". E’ la ricetta per competere nel settore dell’ Intelligenza artificiale secondo Cristiano Borean, direttore finanziario di Generali, tenendo ben fermo un principio base, la mutualità: "Ci si mette tutti assieme e chi ha avuto, in parte aiuta chi non ha avuto". Borean è intervenuto oggi a un incontro su "Economia e scienza" con il cosmologo e docente di fisica teorica della Sissa Roberto Trotta, moderato da Simona Regina. L’incontro si è svolto nell’ ambito di Link, il ‘media festival’ del Gruppo Nem in corso a Trieste. Una dottrina che deve fare i conti con il ritardo che accusa l’Italia in questo ambito. Una ricerca presentata ieri al Forum Ambrosetti segnalava che il Pil nazionale potrebbe crescere del 18% utilizzando proprio le possibilità dell’ IA, ma siamo in ritardo sulla formazione (competenze), nella visione strategica e negli investimenti. L’esempio di Borean è tombale: "Fatto 100 quanto investito sull’Ai, il 4% è l’investimento dell’Europa, il 69% degli Usa". Tornando alla formazione: "Nel mondo dell’ impresa noi già anni fa abbiamo cominciato con una iniziativa pubblico-privato che coinvolge università, enti di ricerca e altre realtà, compreso il Mib (School of management) – sottolinea il Cfo di Generali – Non c’è soluzione individuale alla formazione, e non c’è via che non sia pubblico-privata. Ciò di cui si ha bisogno sono figure che sappiano insegnare alle macchine. Su tre capisaldi: ricerca di base, ricerca applicata e formazione". Ma ciò che è urgente e imprescindibile sono le norme che regolino la "dimensione" dell’IA. Ambizione complessa perché, come ha indicato Trotta, "ciò che distingue l’IA dalle altre tecnologie è la velocità, la sua accelerazione esponenziale: il mondo del lavoro non avrà anni per adeguarsi come è accaduto nella prima rivoluzione industriale". E di fronte a questa rivoluzione in corso, non bisogna essere né apocalittici né integrati, ma restare in quella che il cosmologo ha definito la "zona grigia". Insomma, "libertà con dei limiti", portare avanti la ricerca, ma "nell’interesse dell’ umanità", evidenzia Borean. (ANSA).