(ANSA) – PARABIAGO, 05 SET – Adilma Pereira Carneiro, brasiliana di 49 anni, ha fatto registrare gli ultimi due figlioletti all’anagrafe con il cognome di Fabio Ravasio lo scorso 8 agosto, cioè il giorno prima di farlo uccidere, così come sostenuto dalla procura di Busto Arsizio (Varese). Lo scopo, secondo gli inquirenti, era di farli diventare unici eredi del patrimonio familiare e personale del benestante Ravasio (circa 3 milioni di euro tra beni mobili ed immobili), figlio unico. Tuttavia, manca un atto di riconoscimento formale dello stesso Ravasio nei confronti di quei bambini. E anche sulla registrazione all’anagrafe fatta alla vigilia dell’omicidio ci sono forti dubbi, dal momento che i piccoli – due gemelli di 8 anni – risultano nati durante il matrimonio della donna con Marcello Trifone, uno dei sette indagati finiti come lei in carcere con l’accusa di concorso in omicidio. Trifone, secondo il pubblico ministero Ciro Caramore, che coordina le indagini, viaggiava sul sedile passeggero della Open Corsa intestata ad Adilma e guidata dal figlio maggiore di lei, Igor, che travolse e uccise a Parabiago (Milano) Ravasio mentre era in bicicletta. Non basta: quei bambini potrebbero non essere figli nemmeno di Trifone, sposato nel 2015 e con cui non ha mai divorziato, dal momento che nel 2016 la 49enne si sottopose a inseminazione artificiale. La clinica è stata individuata dagli investigatori, che stanno procedendo ad accertare chi sia il padre biologico dei gemelli, al momento alloggiati a casa di una delle due figlie maggiori che la Pereira Carneiro ha avuto da un precedente compagno in Brasile. (ANSA).