(ANSA) – ROMA, 05 SET – Il consolato d’Italia a Erbil, nel Kurdistan iracheno, ha fatto oggi sapere che nelle ultime ore nella capitale curdo-irachena è stato inaugurato un monumento in memoria della connazionale Mirella Galletti, giornalista e accademica, "grande conoscitrice e amica del popolo curdo". Il monumento è stato presentato al pubblico sul viale principale del parco Sami Abdulrhaman, il più noto parco pubblico del capoluogo regionale del Kurdistan iracheno. L’iniziativa – si legge nel comunicato – è stata voluta dal Governatore di Erbil, Omed Khoshnaw, in collaborazione e su proposta del Consolato Generale d’Italia. Il busto in bronzo raffigurante la Professoressa Galletti è stato realizzato dall’artista curdo-iraniano Hadi Ziaoddini. Insieme a Khoshnaw e al Console italiano Michele Camerota, hanno partecipato all’evento il Capo Relazioni Internazionali del Governo regionale Safeen Dizayee, il Ministro delle Municipalità Sasan Awmi e il Vice Ministro della Cultura Arian Salahaddin. Il Ministro delle Telecomunicazioni Ano Abdoka ha inoltre promulgato un francobollo dedicato all’illustre connazionale. Per l’occasione, sono giunti dall’Italia Andrea e Serena, nipoti della compianta professoressa Galletti, che non aveva figli e di lei stessa diceva di aver sposato la causa curda. Nata nel 1949 ad Anzola dell’Emilia, piccolo centro della provincia di Bologna, nel 1974 Mirella Galletti conseguiva un dottorato presso la prestigiosa Università felsinea con una tesi su "La struttura politica e i valori culturali della società curda". Da quel momento, fino alla sua prematura scomparsa nel 2012, ha proseguito questo filone di studi, viaggiato in lungo e largo nella regione, dedicando tutta la sua attività di ricerca e la sua vita personale ai curdi e al mondo islamico. Il Console Camerota ha affermato che "la vita e l’opera accademica di Mirella Galletti si contraddistinguono per una rara umiltà, un profondo senso di giustizia e l’estrema generosità verso il prossimo. Personalità come lei – ha aggiunto Camerota – hanno senza dubbio contribuito a rafforzare i sentimenti di amicizia che legano i curdi all’Italia". (ANSA).