(ANSA) – ROMA, 29 AGO – La soluzione del conflitto in Siria "è una sfida difficile", ma "è essenziale non considerarla insormontabile. Sarebbe un errore concludere che il conflitto può essere solo gestito e non risolto". E’ quanto ha dichiarato , alla riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla situazione nel Paese, l’inviato speciale Onu per la Siria, Geir Pedersen. "Dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per raggiungere una de-escalation regionale nell’interesse della pace e della stabilità a lungo termine per tutti, anche attraverso un cessate il fuoco urgente a Gaza, un ritorno alla calma in Libano e oltre la Linea Blu (che separa Israele e Libano) e una più ampia de-escalation regionale", ha sottolineato Pedersen. E’ necessario, inoltre, ha aggiunto, "l’avanzamento di un processo politico intra-siriano facilitato dalle Nazioni Unite che includa il contatto con vari gruppi siriani, come la Commissione per i negoziati siriani, il governo siriano, le donne, i giovani e la società civile". Secondo Pedersen, c’è inoltre bisogno di una maggiore cooperazione internazionale per risolvere la crisi, il mondo non può permettersi di ignorare la Siria, devastata da più di un decennio di guerra civile. La popolazione è allo stremo, sono oltre sei milioni i siriani rifugiati o richiedenti asilo al di fuori dei confini del Paese e più di sette milioni gli sfollati interni. In tutto il Paese, quasi 17 milioni di persone, oltre il 70% della popolazione, ha bisogno di assistenza umanitaria e protezione. Non ultimo la Siria è ancora alle prese con le conseguenze dei catastrofici terremoti del febbraio 2023, che hanno inflitto gravi danni umani e materiali. (ANSA).