(ANSA) – MILANO, 28 AGO – "Non pensiamo a qualcuno che conosciamo. Se avessimo in mente un nome lo avremmo detto subito ai carabinieri e, probabilmente, tutto questo sarebbe già finito". Così Sergio Ruocco, intervistato da La Stampa e Repubblica, ha parlato al ritorno a casa dopo il primo giorno di lavoro da quando il 30 luglio scorso la fidanzata Sharon Verzeni è stata uccisa a coltellate per strada a Terno d’Isola, in provincia di Bergamo, da un killer che ancora non ha un nome. Di ipotesi, ha aggiunto l’uomo, "ne abbiamo fatte mille ma non riusciamo a capire. Nessuno poteva volere del male a Sharon. Abbiamo pensato che l’abbiano scambiata per un’altra persona". Ruocco ha detto anche di aver ipotizzato che si sia trattato di un cliente del bar dove la 33enne lavorava "che può averle dato fastidio" anche se "non mi aveva mai detto niente del genere e io non l’ho mai percepito". L’uomo, che non è indagato, ha ribadito di non avere bisogno di un avvocato e che dai carabinieri "torno tutte le volte che mi chiamano" e "sono pronto a farlo ancora se posso dare una mano alle indagini". (ANSA).