(ANSA) – CITTÀ DEL VATICANO, 22 AGO – E’ un vero e proprio grido d’allarme, espressione di malumori diffusi e di preoccupazioni, quello lanciato dai dipendenti vaticani attraverso un documento pubblicato dalla loro organizzazione Adlv (Associazione dipendenti laici vaticani), passando dettagliatamente in rassegna una serie di criticità e di asserite penalizzazioni che, oltre a non aver portato i risultati economici sperati, mettono persino in discussione il senso di lavorare per strutture e uffici della Santa Sede. Il ‘cahier des doleances’ inizia con i tagli al costo del personale, come la sospensione del biennio di anzianità – "provvedimento non indolore, costato migliaia di euro al dipendente" – che non è riuscito "a dare una svolta radicale alla situazione finanziaria della Santa Sede". Si pone l’accento sulle "misure restrittive" come "blocco dei livelli funzionali, delle assunzioni, degli straordinari, ecc.". Ci si chiede cosa aspettarsi "dall’annunciata riforma delle retribuzioni" e se "si interverrà anche sulle pensioni". Intanto però "vediamo che continuano, per pochi, ad essere date promozioni e incarichi alle direzioni: azioni che vanno ad incidere sui bilanci e che non sempre avvengono con criteri di meritocrazia". Uno dei punti dolenti sono anche le esternalizzazioni e privatizzazioni, segno di "un radicale cambiamento di rotta": "da ristretta comunità ispirata ai valori del Vangelo ad azienda a tutti gli effetti". Gli esempi non sono pochi. Il patrimonio immobiliare "è stato dato in gestione ad alcune agenzie immobiliari italiane, che hanno stabilito un accordo quadro con l’Apsa". Per quanto riguarda il patrimonio mobiliare, "gli investimenti in titoli e obbligazioni di tutti gli Enti/Dicasteri, sono stati improvvisamente smobilizzati e dati in gestione a società per lo più americane". E anche per l’Annona, il supermercato vaticano, "presto la sua gestione verrà affidata a un noto marchio italiano". "Abbiamo la percezione che il corpo si stia piano piano ‘destrutturando – denuncia l’associazione – Perché non rafforzare le risorse interne, che sono sempre più demotivate e confuse?". Il risultato, è che gli addetti sono "sempre più preoccupati". E "il malcontento cresce impietosamente". (ANSA).