(ANSA) – NAPOLI, 18 AGO – Sull’emergenza carceri, sovraffollamento, suicidi, dignità della vita da reclusi "occorre partire da una premessa basilare: nell’art. 27 della Costituzione italiana non si nomina nessun tipo di pena, ma si dispone che le ‘pene’ (tutte) devono rispondere a due requisiti: uno, ‘non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità’ e due, ‘devono tendere alla rieducazione del condannato’. Le pene diverse da così sono fuori legge, sono fuori Costituzione. Con amarezza e grande preoccupazione constato che non è così per i politici". A dirlo è Samuele Ciambriello, Garante campano dei detenuti e Portavoce della conferenza nazionale dei garanti delle persone private della libertà personale, interpellato a proposito dell’emergenza carceri in questi giorni al centro del dibattito politico. "Sul carcere ci sono luoghi comuni, etichette, scelte ideologiche che impediscono di vedere la reale dimensione del fenomeno". Ciambriello entra nel merito del recente decreto carceri approvato in Parlamento definendolo "minimale, inadeguato, vuoto rispetto alle proporzioni dell’emergenza carceri. Proposte che potrebbero essere un bene nel medio e lungo periodo non sono risolutive per l’oggi" e rilancia: "Abbiamo bisogno di misure deflattive urgenti, di immediata esecuzione per ridurre il numero dei detenuti, garantire cure, assistenza e ascolto ai soggetti affetti da fragilità e disagio psichico, evitare nuovi ingressi limitando l’adozione di misure cautelari in carcere. Assunzioni di psicologi, mediatori linguistici, assistenti sociali, educatori". Nell’incontro avuto con il ministro della Giustizia Nordio, Ciambriello e il Coordinamento della Conferenza nazionale dei Garanti hanno portato i numeri e le storie di coloro che devono scontare meno di un anno di carcere: sono circa 8mila e quelli che hanno una condanna residua di tre anni: sono 21.075 su quasi 62mila detenuti. Il Garante campano delle persone private della libertà personale Samuele Ciambriello conclude: "Vedo cause, veti ideologici, proposte inconsistenti nell’immediato. Le persone detenute, l’intera comunità penitenziaria attende fiduciosa che ognuno faccia la propria parte. L’ applicazione della detenzione domiciliare per gli ultimi diciotto mesi c’è ma va promossa e incrementata, rimuovendo ostacoli e ritardi. Noi Garanti vediamo il carcere là dove le contraddizioni si manifestano in maniera acuta. Nel nostro documento, presentato al ministro, abbiamo scritto che si può partire da misure immediatamente deflattive, come la proposta Giacchetti sulla liberazione anticipata speciale applicandola retroattivamente o dalla via maestra di un provvedimento di clemenza. Il ministro Nordio ci ha detto che ci rivedremo a inizio settembre". (ANSA)