(ANSA) – TRIESTE, 16 AGO – Un totale di 35 frigoriferi destinati ad altrettante celle del carcere di Udine: è il dono fatto dal sindaco del comune friulano Lusevera, Mauro Pinosa, come segno di riconoscimento per quanto accadde 44 anni fa, quando in una di quelle celle trascorse 8 giorni. La storia è riportata dal Messaggero Veneto. L’acquisto dei frigoriferi è un’iniziativa di raccolta fondi lanciata dal garante dei diritti delle persone private della libertà del Comune di Udine e da associazioni: il sindaco di Lusevera si è accollato l’intera spesa, 5.250 euro, per assicurare tempestività nella fornitura. Era il febbraio 1980 quando Pinosa provò una pistola nuova da tiro a segno al poligono di tiro di Udine, pur non avendo ancora ricevuto i documenti di approvazione del rinnovo del porto d’armi, ma solo la rassicurazione che la pratica era andata a buon fine. Al termine della gara fu portato in Questura. "Mi si presentò un anziano poliziotto che, quasi piangendo, mi spiegò che in quel frangente, era il periodo della Brigate Rosse – qualche giorno più tardi avrebbero ucciso Vittorio Bachelet – le disposizioni sui controlli di armi e porto d’armi erano rigidissime e che era costretto a portarmi in carcere. Mi crollò il mondo addosso". Pinosa rimase in via Spalato "solo 8 giorni, ma mi sono bastati per capire cosa vuol dire essere privati della libertà. Ho scoperto un mondo diverso, che non avrei mai immaginato di conoscere. Ero terribilmente avvilito, ma i compagni con cui dividevo la cella non hanno mai smesso di confortami". Dopo la condanna a 4 mesi con la condizionale e la non menzione, con il sequestro dell’arma ma con scarcerazione immediata, in appello a Trieste "fui assolto con formula piena, con le scuse del Tribunale". E oggi, conclude, "dopo 44 anni, ho finalmente fatto qualcosa per la struttura e i detenuti". (ANSA).