(ANSA) – MILANO, 10 AGO – Una fabbrica illegale per la detenzione e la lavorazione del tabacco estero di contrabbando e per la produzione di sigarette con marchi contraffatti è stata sequestrata nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza a Rodano, un Comune alle porte di Milano. Nel complesso, alcuni capannoni attrezzati con macchinari "professionali, di dimensioni industriali" e una sorta di edificio direzionale adibito ad alloggio, c’erano 11 persone. Tutte, eccetto una, reclutate a luglio dalla Bielorussia con un annuncio online per un lavoro stagionale e poi segregate e costrette a lavorare in condizioni di sfruttamento, sono state arrestate e poi rilasciate dal gip Fabrizio Filice: se da un lato sono responsabili del reato di contrabbando e contraffazione, dall’altro sono vittime di "una organizzazione criminale a carattere transnazionale". Gli arresti, convalidati, così come il sequestro dell’opificio chiesto dal pm Giovanni Tarzia, risalgono allo scorso martedì. Nell’area, una volta deposito di fuochi d’artificio, e ora in un grave stato di "incuria", accanto a materiale per il packaging e tanto altro, erano stipate numerose macchine per la lavorazione del tabacco, la fabbricazione di sigarette, il confezionamento di pacchetti e stecche con marchio "Marlboro" e "Winston". Pacchetti stoccati con le informazioni e le avvertenze per la salute in lingua inglese e sprovvisti del contrassegno dei Monopoli di Stato. La quantità di tabacco lavorato a cui ora sono stati messi i sigilli, è di 3.510 chili, mentre le sigarette sono 52 mila suddivise in 104 colli da 50 stecche ciascuno, per un peso di 1.040 chili. Secondo la ricostruzione i dieci operai bielorussi (l’undicesimo è di un’altra nazionalità) hanno risposto all’annuncio per un lavoro stagionale, pagato 2.500/3.000 euro al mese, quanto un loro stipendio annuale, ma già durante il viaggio sono stati loro sequestrati i cellulari. Una volta giunti a Rodano, come hanno raccontato, è stato ordinato loro di ripristinare l’area che era "abbandonata e piena di rifiuti edili". In uno dei due capannoni sono poi stati montati i macchinari industriali per la lavorazione del tabacco e la produzione di sigarette contraffatte, attività "nella quale gli indagati (non tutti) sono stati coinvolti successivamente, man mano che finivano la parte edile". Hanno inoltre riferito che era stato loro "severamente vietato di spostarsi liberamente nell’area", tant’è "che era stato predisposto un circuito di videosorveglianza" e "il cancello di uscita era comunque chiuso e loro non avevano le chiavi". La spesa veniva portata da un ragazzo che viveva nei pressi dei fabbricati, mentre per le emergenze, ma non per chiamare i parenti, l’organizzazione aveva messo a disposizione per tutti un solo telefono. Una situazione, come osserva il gip Fabrizio Filice, che "lambisce il sequestro di persona". (ANSA).