Si allarga la platea dei comuni che riceveranno i ristorni dei frontalieri e si alza il limite massimo per l’utilizzo dei fondi da parte degli enti per realizzare, completare e potenziare opere pubbliche. Sono le principali novità che riguardano i nuovi criteri di ripartizione dei ristorni dei frontalieri per i comuni. Per decine di amministrazioni della provincia di Como, i ristorni costituiscono la principale voce di entrata perché i residenti sono perlopiù lavoratori che pagano le tasse solo in Svizzera.
La giunta regionale ha approvato la delibera riguardo i nuovi criteri di ripartizione e di utilizzo delle compensazioni finanziarie per gli anni 2022 e 2023 operate dai Cantoni svizzeri a favore dei Comuni italiani di confine.
“I nuovi criteri – spiega Massimo Sertori, assessore regionale con delega ai Rapporti con la Confederazione Elvetica – saranno adottati con decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze nei prossimi giorni e regoleranno il conferimento delle somme spettanti per quest’anno e per il prossimo, ai comuni rientranti nella fascia dei 20 km dal confine nei quali risiedono lavoratori frontalieri operanti in svizzera”.
Nello specifico più comuni riceveranno direttamente i fondi da parte del MEF per l’utilizzo in favore di interventi sul territorio. Si tratta ora dei paesi di confine in cui il numero dei frontalieri residenti nel corso di ciascun anno rappresenti almeno il 3%, e non più il 4%, dell’intera popolazione residente.
La restante quota del ristorno fiscale delle imposte verrà trasferita dal MEF direttamente alla Regione Lombardia che, secondo le modalità che saranno determinate con successivi atti, saranno impiegate per la realizzazione di interventi a favore della collettività residente nei territori di confine, in raccordo e coordinamento con le Province e le Comunità montane di frontiera.
Infine, altra novità, è stato innalzato dal 30% al 50% il limite massimo per l’utilizzo dei fondi in parte corrente, da parte degli enti assegnatari per la realizzazione, completamento e potenziamento di opere pubbliche di interesse generale, volte ad agevolare i lavoratori frontalieri, con preferenza per i settori dell’edilizia abitativa e dei trasporti pubblici, rispondendo in questo modo al bisogno espresso dai Comuni di poter disporre di maggiori risorse.
“I provvedimenti sono in linea con quello che avevamo chiesto – dice Giuseppe Augurusa, responsabile nazionale frontalieri della Cgil – Avevamo chiesto esplicitamente di innalzare la quota per la spesa corrente e questo è stato formalizzato. Per quanto riguarda la soglia percentuale passata al 3% noi puntavamo addirittura toglierla per allinearci al Piemonte.”