(ANSA) – ANCONA, 25 LUG – "Giustizia per le vittime della Lanterna". Reggendo un grande striscione con questa scritta hanno manifestato così, questa mattina, ad Ancona, in corteo, i familiari e gli amici delle sei vittime della discoteca di Corinaldo (Ancona) deceduti nella notte tra il 7 e l’8 dicembre del 2018. Nel locale di via Madonna del Piano era stata spruzzata una sostanza urticante che generò una fuga di massa. Cinque minorenni e una mamma di 39 anni erano rimasti schiacciati dalla folla in fuga dalla discoteca, che era poco più di un magazzino, perdendo la vita. Partendo da piazza Cavour e arrivando prima sotto la Prefettura, in piazza del Plebiscito, e poi davanti al tribunale di corso Mazzini, un centinaio di persone oggi hanno intonato cori e sventolato manifesti. "Ma quale legge, ma quale Stato, qui non sussiste nessun reato". "Gli innocenti nelle bare, i colpevoli liberi". "E ora di chi possiamo fidarci?". "Li avete uccisi di nuovo". L’iniziativa è stata organizzata per manifestare il profondo dissenso all’ultima sentenza del processo di Corinaldo, quella del 17 giugno scorso, sulla sicurezza del locale e sulle autorizzazioni rilasciate per farlo aprire nonostante molte carenze strutturali. I 9 imputati (la commissione di pubblico spettacolo che rilasciò i permessi e i tecnici che vagliarono lo stato della discoteca) sono stati assolti dalle accuse più gravi, quelle di omicidio colposo plurimo e disastro colposo. Le condanne sono arrivate solo per falso e con pene che vanno da un anno a un anno e due mesi. Nessun risarcimento ai familiari delle vittime ha stabilito la sentenza della giudice Francesca Pizii. Una sentenza "ignobile – ha detto Giuseppe Orlandi, padre di Mattia, uno dei ragazzini morti – il tribunale aveva in mano tutte le irregolarità e le prove che necessitavano ad avere un verdetto diverso". Alla testa del corteo i genitori dei minorenni morti e dal marito della donna deceduta. "Questa giustizia non regge molto – ha detto Paolo Curi, marito di Eleonora Girolimini, la mamma morta a Corinaldo – sono sfiduciato". Fazio Fabini, padre di Emma, anche lei tra i giovani morti, ha osservato come "ho passato 44 giorni in tribunale non riesco ad avere riconoscenza nello Stato". Il fratello di Benedetta Vitali, Francesco, ha sottolineato che "il 17 giugno hanno ucciso i nostri cari un’altra volta". A turno gli amici dei ragazzi morti hanno preso il microfono per ricordare i propri amici. Con le foto delle vittime appese al collo il corteo è stato accompagnato da musica e applausi. (ANSA).