(ANSA) – VENEZIA, 22 LUG – A Venezia negli ultimi sette anni vi sono stati elementi di "ripetuti conflitti d’interesse riguardanti le figure più elevate dell’amministrazione" del Comune, in particolare il sindaco Luigi Brugnaro e i suoi più "elevati collaboratori". Lo rilevano i sostituti procuratori Roberto Terzo e Federica Baccaglin, nel fascicolo di indagine sulla presunta corruzione in città. I vertici dell’amministrazione – rileva la procura, sulla base delle indagini della Guardia di Finanza – appaiono "scelti tra i più intimi dipendenti delle imprese private, gestite di fatto dal sindaco stesso pur dopo la costituzione di un trust". Una scelta, rileva la Procura, che è stata "pubblicamente rivendicata dallo stesso sindaco Brugnaro come strumento per migliorare l’efficienza della macchina amministrativa e improntarla agli standard gestionali di una impresa privata di successo". Ma a patto, rilevano che ciò avvenga "in una condizione di reale distacco tra l’ambito operativo delle società private e quello dell’ente territoriale" o con "accorgimenti che impediscano in radice ogni commistione". Per i pm "così non è stato, e questo ha avuto sicura rilevanza nelle vicende illecite poi emerse". La commistione, sottolineano i magistrati, si riflette sui finanziamenti alle campagne elettorali, tutte finanziate dal reticolo di società "che nel 2015 era controllato da Brugnaro, ma che nel 2020 sarebbe dovuto essere gestito dal trustee". Per la seconda elezione, in particolare, la Procura rileva "due distinti comitati elettorali, finanziati da Umana e Consorzio del Gruppo Lb Holding, gestiti da dirigenti e dipendenti". (ANSA).