Al Sant’Anna ha lavorato per 31 anni, dal 1993 ai giorni scorsi, quando è andato in pensione. Paolo Barone, primario di anestesia e rianimazione, ha salutato amici e colleghi. “Ciò che più mi mancherà del mio lavoro sono le persone, l’empatia che si costruiva con i pazienti”, ha detto.
“Dopo sei anni di servizio in giro per l’Italia, approdai a Como dove venni assunto come aiuto corresponsabile ospedaliero di Pronto Soccorso all’ospedale Sant’Anna – ricorda il primario – In Ps rimasi per nove anni, poi passai nel reparto di Anestesia e Rianimazione, dopo che nel 2004 avevo conseguito in questa branca all’Università degli Studi dell’Insubria la mia seconda specializzazione”.
Una vita trascorsa nell’emergenza-urgenza. “Un reparto certamente duro ma anche estremamente gratificante perché si ha l’opportunità di approcciarsi al paziente in modo olistico – aggiunge il medico – Ai medici che iniziano oggi il loro percorso lavorativo posso solo suggerire di ascoltare il più possibile i propri pazienti, anche e soprattutto quelli più giovani. Se si riesce a entrare in sintonia con loro, in tantissime occasioni si possono fare diagnosi senza eccedere negli esami perché i pazienti, anche senza accorgersene, ci raccontano tutto quello che ci serve sapere per fare bene il nostro mestiere”.