(ANSA) – TRIESTE, 16 LUG – "Sta alla politica, non alla politica partitica, fare in modo che le autonomie locali formino quell”arcipelago’ che tutela la particolarità di ogni ‘isolotto’, collegato l’uno all’altro in una ‘criterialità’ distributiva non esclusiva. Questo è il compito della politica che deve saper valorizzare le parti per il bene del tutto senza mortificarle". E’ il pensiero del teologo Ettore Malnati sull’autonomia differenziata. Partendo dall’art. 5 della Costituzione sulle autonomie locali, "in virtù del quale il Presidente Mattarella ha firmato il decreto del governo che oggi è divenuto legge", se "ogni parte politica ha il diritto-dovere di esprimere il proprio punto di vista", è però anche "doveroso che ci si chieda serenamente e in modo veritiero se tale proposta di legge è in sintonia con lo spirito dei Padri costituenti e soprattutto se è in sintona con gli articoli stessi della Costituzione". Poiché, ammonisce il teologo, "distinguere e riconoscere le specificità delle varie Regioni non significa attentare all’unità, ma forse a meglio distribuire ed utilizzare con maggior pertinenza il patrimonio identitario e sociale di ogni Regione a beneficio di tutti". Un obiettivo sul quale "è chiaro che lo Stato ha la missione di vigilare e coordinare politicamente che sia efficiente tra le Regioni il principio di sussidiarietà, affinché tutti i cittadini siano uguali, non solo egualitari nei confronti delle primarie necessità come la salute, lo stipendio, l’educazione, la giustizia, la tutela del territorio e l’identità nazionale con diritti e doveri uguali per tutti". Ugualmente, riferendosi al "pensiero sociale cattolico riferito all’unità d’Italia", mons. Ettore Malnati ricorda che questo "non era contrario affatto alla valorizzazione delle parti a vantaggio dell’unità culturale, sociale ed economica al fine di non adagiarsi nell’uniformità". (ANSA).