(ANSA) – REGGIO EMILIA, 16 LUG – È morto a Reggio Emilia, all’età di 97 anni, il Partigiano Alì, al secolo Giglio Mazzi, uno dei simboli della Liberazione. Fino all’ultimo è stato lucido e attivo nel diffondere i valori della libertà partecipando alle feste legate alla Resistenza e alla memoria col suo immancabile fazzoletto al collo dell’Anpi (di cui è stato segretario a lungo della sezione ‘Ospizio’ di Reggio) e parlando ai giovani delle scuole. Insieme a Germano Nicolini – il ‘Partigiano Diavolo’, morto nell’ottobre 2020 – è stato uno dei combattenti più rappresentativi del territorio reggiano. Mazzi – conosciuto in battaglia anche come ‘Febo’ – era nato il 18 febbraio 1927 a Campogalliano, in provincia di Modena. Con la sua famiglia di origine operaia, si trasferì poi nel Reggiano, prima a Mandrio di Correggio, poi a Rio Saliceto e infine a Reggio Emilia. Il padre Adriano ha convinzioni socialiste e proprio in questa zona diventa segretario di uno dei primi circoli; per questo è anche perseguitato e picchiato dai fascisti. Con l’arrivo della guerra e poi con l’armistizio del settembre 1943, Giglio decide di aderire alla lotta di Resistenza. Nel luglio 1944 entra nei Sap, per poi diventare Capo Nucleo di un Distaccamento Gap che opererà in particolare nelle zone comprese fra Reggio Emilia, Rubiera, Castellazzo, fino al pedecollina. Ferito in azione il primo gennaio 1945, trascorre un periodo di riposo nascosto in diverse cascine della pianura e successivamente viene inquadrato nel Distaccamento "Katiuscia" della 37^ Brigata Gap "Vittorio Saltini". Dal 1963 al 1967 ricopre l’incarico di direttore della Cooperativa Muratori di Reggio Emilia e, in seguito, fino al 1977, di direttore amministrativo delle Farmacie Comunali Riunite. (ANSA).