(ANSA) – ROMA, 15 LUG – "Ero lì quella mattina. Mi ero seduto in prima fila assieme a mia moglie, poi ho ceduto il posto alla segretaria del Consorzio, Elisabetta Silenzi e mi sono spostato dietro: lei è morta e io sono vivo. Mi sono salvato così". E’ il drammatico racconto di uno dei sopravvissuti della strage di Fidene compiuta da Claudio Campiti l’11 dicembre del 2022 a Roma. Nel corso di una riunione di condominio sono state uccise quattro donne. ”Ero all’interno del gazebo per assistere all’assemblea – ha raccontato il teste davanti ai giudici della prima Corte d’Assise della Capitale – quando ho visto entrare Elisabetta le ho ceduto la sedia e mi sono spostato nei posti dietro: lei è stata uccisa. All’improvviso ho sentito dei botti come petardi e ho sentito gridare ‘sparano’. Ci siamo buttati tutti a terra. Dopo alcuni stanti siamo andati fuori e ho visto mia moglie che si era salvata mentre Campiti veniva tenuto da altri a terra. Dal quel giorno sono in cura, non riesco più a frequentare luoghi al chiuso e fatico a prendere sonno la sera". Nel procedimento, oltre Campiti accusato di omicidio volontario plurimo, sono imputati anche il presidente della Sezione Tiro a Segno Nazionale di Roma e un dipendente del poligono di tiro di Tor di Quinto dove il killer prese la pistola, una glock, utilizzata poi per compiere la strage. (ANSA).