(ANSA) – BOLZANO, 14 LUG – Gli agenti della Squadra mobile di Bolzano hanno eseguito un divieto di avvicinamento e di contatto nei confronti di un 20enne bolzanino indagato per atti persecutori ai danni di una coetanea. Al 20enne è stato applicato il braccialetto elettronico a garanzia del fatto che costui non si avvicini alla vittima a meno di 500 metri. Il provvedimento è nato da un’articolata attività di indagine scaturita dalla denuncia per atti persecutori sporta dalla vittima nei confronti dell’ex fidanzato. Il 20enne, già durante la relazione, aveva manifestato un comportamento morboso e prevaricatorio, dimostrandosi in maniera sempre più aggressiva un maniaco del controllo nei confronti della fidanzata, arrivando perfino a limitarle le interazioni sociali e, in certi casi, anche ad aggredirla fisicamente, ferendola al volto. Una volta terminata la relazione, il giovane, non accettando la decisione della ragazza, ha iniziato a perseguitarla con pedinamenti e appostamenti, inondandola di messaggi minatori. "È inutile che cerchi di allontanarmi, tanto sarai sempre e solo mia", le scriveva, criticandola e offendendola perché aveva ricominciato ad utilizzare i suoi profili social. La giovane, in uno stato di ansia e paura, ha dovuto cambiare completamente le abitudini di vita. "Sono sempre più i casi in cui le forze di polizia sono chiamate ad intervenire per far fronte a situazioni connotate da ossessivi atti persecutori, spesso sfociate in comportamenti aggressivi e violenti, che rappresentano in sé, tra l’altro, preoccupanti esternazioni di problematiche di carattere culturale, le quali troppo spesso colpiscono vittime non in grado di difendersi. Anche la dinamica di quest’ultimo episodio di violenza e prevaricazioni rafforza ancor più l’idea di come le situazioni di criticità che affliggono la nostra società debbano necessariamente essere affrontate facendo rete tra istituzioni, enti locali, Centri antiviolenza ed associazioni di volontariato", commenta il questore di Bolzano, Paolo Sartori. (ANSA).