(ANSA) – MILANO, 13 LUG – Il sindaco di Milano Giuseppe Sala torna sull’intitolazione dell’aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi con un post sui social dove si rivolge direttamente alla figlia dell’ex premier, la primogenita Marina. "Cara Marina, la reputo da sempre una persona intelligente e le sue recenti dichiarazioni me ne hanno dato conferma – scrive -. Lei ha vissuto sulla sua pelle quanto suo padre sia stato amato e odiato. Ma non era meglio aspettare, far sì che gli animi si distendessero, far leggere alla storia la vicenda di suo padre con più tranquillità? Perché dobbiamo tornare così presto a schierarci, viste le modalità con cui questa decisione è stata presa?". E poi le chiede se "davvero lei è felice che questo dibattito si riaccenda subito" Glielo chiedo nel rispetto comunque totale delle sue opinioni". Ad ogni modo, Sala è convinto che "anche il più disattento cittadino capirebbe che l’intitolazione di Malpensa a Berlusconi è un atto puramente politico". "Ora abbiamo conferma che questo atto è un’iniziativa del presidente di Enac, un ente tecnico che di politico non dovrebbe avere niente – prosegue -. Tra l’altro, se Enac vuole fare politica, che garanzia avranno i gestori degli aeroporti italiani, verranno forse penalizzati quelli che fanno riferimento ad amministrazioni di centrosinistra?". Il sindaco promette che continuerà "a sollevare la questione, educatamente e senza mancare di rispetto a nessuno", perché "è mio dovere farlo. Come certamente è mio dovere occuparmi di tutte le altre cose che riguardano Milano". "Anche se so benissimo che in questa faccenda giuridicamente posso far poco, continuerò a far sentire la mia voce. Perché credo nei valori che mi hanno portato ad essere sindaco di Milano. E perché non voglio che gli insulti che mi arrivano tramite i social, le provocazioni del vice presidente del Consiglio (‘pensi a tagliare l’erba a Milano invece che a Berlusconi’) – conclude – le affermazioni gratuite dello stesso presidente di Enac, che mi dà pubblicamente dell’ipocrita, abbiano la meglio sulla mia volontà". (ANSA).